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COREA DEL NORD / COREA DEL SUDPiù di un chilometro a nuoto per portare il coronavirus in Corea del Nord

27.07.20 - 10:45
Seul ricostruisce la rocambolesca fuga al contrario del "paziente 0" nordcoreano. Per loro, però, non era infetto.
Keystone
La costa dell'Isola di Gwanghwa (foto d'archivio)
La costa dell'Isola di Gwanghwa (foto d'archivio)
Più di un chilometro a nuoto per portare il coronavirus in Corea del Nord
Seul ricostruisce la rocambolesca fuga al contrario del "paziente 0" nordcoreano. Per loro, però, non era infetto.

SEUL / KAESONG - Se confermato, il modo in cui il nuovo coronavirus sarebbe ufficialmente arrivato per la prima volta in Corea del Nord dopo sette mesi dalla scoperta del morbo sarebbe davvero rocambolesco. Il disertore di ritorno che l'avrebbe portato dal Sud ha infatti raggiunto il Nord a nuoto strisciando dapprima sotto una recinzione di filo spinato e, poi, passando attraverso una canalizzazione.

«Abbiamo individuato la specifica località dalla quale è fuggito in quanto vi è stato trovato uno zaino che si pensa essere appartenuto all'uomo», ha fatto sapere il colonnello sudcoreano Kim Jun-rak come riporta Yonhap News.

Il 24enne nordcoreano ha raggiunto il suo Paese d'origine il 19 luglio scorso attraversando a nuoto il braccio di mare della larghezza di poco più di un chilometro che separa l'Isola di Gwanghwa, nel Sud, dalla costa nordcoreana. Il fuggiasco ha eliso la sorveglianza delle guardie di frontiera sudcoreane strisciando sotto del filo spinato per raggiungere una canalizzazione di scarico che portava al mare.

A spingerlo a tornare nel dittatoriale Nord a tre anni dalla sua fuga verso il Sud potrebbe essere stata una recente indagine per stupro a suo carico. Sulla sua responsabilità nell'aver portato il Covid-19 in Corea del Nord, le autorità sanitarie del Sud, però, non vogliono sentire ragioni. Secondo le loro verifiche, l'uomo non era registrato come paziente infetto né classificato come persona entrata in contatto con individui positivi. I test su due contatti stretti del 24enne, poi, sono risultati negativi.   

Il rientro in patria di disertori nordcoreani è estremamente raro. Come riporta la BBC, che cita informazioni del Ministero per l'unificazione sudcoreano, dal 2015 a oggi solo 11 transfughi nordcoreani avrebbero compiuto di nuovo il viaggio al contrario. L'ultimo, tra l'altro, sarebbe stato nel 2017.  

Con 14'175 casi confermati e una curva epidemica che tende ora all'appiattimento, la Corea del Sud sembra avere al momento sotto controllo l'epidemia di Covid-19 ed è stata a più riprese citata a esempio di gestione della crisi. La Corea del Nord ha invece registrato il suo primo caso ufficiale d'infezione da SARS-CoV-2 proprio nel fine settimana.

Benché il Paese sia estremamente chiuso verso l'esterno, nelle scorse settimane gli osservatori avevano messo in dubbio che Pyongyang potesse davvero essere stata totalmente risparmiata dalla pandemia come asserito dal regime locale. Il primo caso confermato ha portato il dittatore nordcoreano Kim Jong-un a dichiarare la «massima emergenza» e a isolare la città di Kaesong, dove il presunto paziente zero è giunto.  

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