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STATI UNITITrump parla di terrorismo e minaccia di ricorrere all'esercito

02.06.20 - 07:27
«Io sono il presidente dell'ordine e della legalità», ha detto il tycoon. Che ha poi sventolato una copia della Bibbia.
Keystone
Fonte ats ans
Trump parla di terrorismo e minaccia di ricorrere all'esercito
«Io sono il presidente dell'ordine e della legalità», ha detto il tycoon. Che ha poi sventolato una copia della Bibbia.
Immediata la risposta di Joe Biden: «Vuole usare l'esercito contro il popolo americano»

WASHINGTON - Sono tra le immagini più drammatiche della storia recente degli Stati Uniti: il presidente che dal Rose Garden di una Casa Bianca blindata dai militari e assediata dai manifestanti definisce «atto di terrorismo interno» le proteste violente esplose in tutto il Paese dopo la morte di George Floyd, l'afroamericano ucciso a Minneapolis per mano della polizia.

E pur di porre fine ai disordini Donald Trump minaccia di mobilitare l'esercito contro cittadini americani, invocando l'Insurrection Act del 1807 che dà a un presidente il potere di dispiegare militari all'interno del territorio degli Stati Uniti.

«Io sono il presidente dell'ordine e della legalità», ha scandito il tycoon, mentre in sottofondo si udiva l'eco degli spari dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia militare contro i manifestanti che, sfidando il coprifuoco, stavano però protestando pacificamente. «Il presidente ha il diritto di difendere il suo Paese e di proteggere la sua nazione. Non possiamo permettere che le proteste pacifiche vengano manipolate da anarchici di professione e gruppi antifascisti», ha affermato Trump.

Solo poco più tardi si è capito il perché di una carica delle forze dell'ordine apparsa senza senso, usando anche proiettili di gomma e agenti a cavallo contro manifestanti fino ad allora innocui: finito di parlare alla nazione il presidente è voluto uscire a piedi dalla Casa Bianca per dirigersi verso la vicina St. John Episcopal Church. Dunque, l'area doveva essere sgomberata.

Con la Bibbia in mano - Giunto davanti alla chiesa Trump si è fermato, si è girato verso telecamere e fotografi e, alzando un braccio, ha sventolato la copia di una Bibbia: «L'America sta tornando grande», ha detto, prima di tornare sui suoi passi. Con lui, oltre a un foltissimo e preoccupatissimo gruppo di agenti del Secret Service, il capo del Pentagono Mark Esper, il ministro della giustizia Williamn Barr, la figlia Ivanka (l'unica con la mascherina) e il genero Jared Kushner. Ma non la first lady Melania.

Quella andata in scena per molti commentatori è l'ennesima provocazione del tycoon. Di certo, la volontà di mostrare che lui, il Commander in Chief, non ha paura di niente e di nessuno. Perché la storia del presidente costretto venerdì sera a rifugiarsi nel bunker della Casa Bianca con moglie e figlio non gli è andata giù. È una vicenda che lo ha mandato su tutte le furie.

Biden: «Esercito Usa contro americani» - Il presidente degli Usa Donald Trump vuole usare l'esercito contro il popolo americano: è l'atto di accusa dell'ex vicepresidente e candidato alla presidenza democratico Joe Biden dopo le parole del tycoon, che ha minacciato di mobilitare l'esercito per fermare le proteste per la morte dell'afroamericano George Floyd.

Due morti, disordini e arresti ovunque - Nel frattempo due persone sono rimaste uccise durante i disordini a margine delle manifestazioni contro la violenza razzista della polizia a Chicago. Ancora non chiara la dinamica dell'episodio. Oltre 60 gli arresti.

Alta tensione anche a Washington, dove nonostante il coprifuoco scattato da ore, centinaia di manifestanti hanno continuato a dimostrare circondati dalla polizia e colpiti con spray urticanti. In azione anche elicotteri militari. Decine gli arresti.

Proteste e disordini sono in corso anche a New York, dove si registrano ancora episodi di vandalismo e saccheggi, a Dallas, ad Atlanta, a Los Angeles. A Buffalo, nello stato di New York, un'auto si è lanciata contro un gruppo di agenti provocando alcuni feriti. Ad Oakland, in California, arresti in massa dopo lo scattare del coprifuoco.

Intanto il capo della polizia di Louisville, in Kentucky, è stato licenziato dopo che alcuni agenti hanno aperto domenica il fuoco contro i manifestanti uccidendo un afroamericano.

Quattro agenti colpiti - La polizia di St. Louis ha denunciato che quattro suoi agenti sono stati colpiti con armi da fuoco durante le proteste per l'uccisione di George Floyd. «Sono stati tutti trasportati in ospedale, sono coscienti, riteniamo che non siano in pericolo di morte», ha reso noto il dipartimento metropolitano su Twitter, aggiungendo che la situazione nel centro della città del Missouri è ancora tesa.

 

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