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ITALIA«Magheggi sui numeri» del Covid-19 in Lombardia? La Regione querela

28.05.20 - 16:03
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, attacca le istituzioni. La replica: «Accuse gravissime»
ARCHIVIO KEYSTONE
Duro scontro a distanza tra Fondazione Gimbe e Regione Lombardia.
Duro scontro a distanza tra Fondazione Gimbe e Regione Lombardia.
«Magheggi sui numeri» del Covid-19 in Lombardia? La Regione querela
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, attacca le istituzioni. La replica: «Accuse gravissime»

MILANO - È in corso un duro scontro a distanza tra la Regione Lombardia e la Fondazione Gimbe, organizzazione indipendente che «promuove l'integrazione delle migliori evidenze scientifiche in tutte le decisioni politiche», come si legge sul suo sito.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, ha dichiarato nel corso di un intervento radiofonico che in Lombardia «si combinano anche magheggi sui numeri», accusando così le autorità regionali di non aver fornito informazioni trasparente sulla pandemia. «Fondazione Gimbe riporta numeri veri ma scomodi» ha ribadito su Twitter. Che interesse avrebbe Milano a manipolare i dati? In primo luogo la paura di non poter riaprire, al contrario delle altre regioni italiane. Inoltre, rincara la dose Cartabellotta, «si sono verificate troppe stranezze negli ultimi tre mesi: soggetti dimessi che venivano comunicati come guariti alla Protezione civile e andavano ad alimentare il cosiddetto silos dei guariti, alternanza e ritardi nella comunicazione e trasmissione dei dati che sarebbe stata giustificata nella prima fase e molto meno ora. Come se ci fosse la necessità di mantenere sotto un certo livello il numero dei casi diagnosticati».

Le frasi hanno fatto infuriare Regione Lombardia, che ha deciso di querelare la fondazione. Accuse «intollerabili e prive di ogni fondamento per le quali il presidente di Gimbe dovrà risponderne personalmente», si legge in una nota del Pirellone. «I nostri dati, come da protocollo condiviso da tutte le Regioni, vengono trasmessi quotidianamente e con la massima trasparenza all'Istituto Superiore Sanità».

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