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Il coronavirus «può resistere nell'aria fino a 16 ore»

STATI UNITIIl coronavirus «può resistere nell'aria fino a 16 ore»

20.04.20 - 15:44
È quanto indica uno studio condotto dalla Tulane University di Pittsburgh
keystone-sda.ch / STR (Edmar Barros)
Fonte ATS ANS
Il coronavirus «può resistere nell'aria fino a 16 ore»
È quanto indica uno studio condotto dalla Tulane University di Pittsburgh

PITTSBURGH - Le particelle del nuovo coronavirus restano in sospensione nell'aria fino a 16 ore, un periodo molto più lungo rispetto a quello osservato nelle particelle dei coronavirus responsabili della Sars e della Mers. A indicarlo è una ricerca pubblicata sul sito MedRxiv e condotta negli Stati Uniti dalla Tulane University, in collaborazione con l'Università di Pittsburgh e con l'istituto per lo studio delle malattie infettive Niaid, dei National Institute of Health (Nih).

I risultati, si legge nell'articolo, mostrano che «le persone con l'infezione da SarsCoV2 sono in grado di generare bioaerosol virali che possono rimanere infettivi per lunghi periodi di tempo». Un dato che, secondo gli autori della ricerca, dovrà essere considerato ai fini delle misure di prevenzione.

Più persistente di SARS e MERS - Gli esperimenti condotti nell'ambito dello studio, tutti in situazioni controllate, hanno misurato la persistenza nell'aria delle particelle virali che si trovano nelle goccioline in sospensione con un diametro variabile da 1 a 3 millesimi di millimetro (micrometri). L'analisi al microscopio elettronico indica inoltre che forma, dimensioni e aspetto delle particelle virali resta inalterato. I dati, rilevano i ricercatori, indicano che il virus SarsCoV-2 «in generale mantiene la sua infettività quando viene disperso nell'aria su brevi distanze, contrariamente agli altri due coronavirus esaminati».

La trasmissione della malattia via aerosol potrebbe quindi costituire un'eventualità più importante di quanto rilevato nelle fasi iniziali dell'epidemia, si legge nelle conclusioni dello studio, in particolare considerando che «la produzione di aerosol tende a crescere nel corso delle malattie respiratorie».

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