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MONDOI morti da coronavirus sono ora più di 150'000

18.04.20 - 00:00
Quasi due terzi dei decessi si sono verificati in Europa. Le cifre del contagio
keystone-sda.ch (Cecilia Fabiano)
I morti da coronavirus sono ora più di 150'000
Quasi due terzi dei decessi si sono verificati in Europa. Le cifre del contagio

NEW YORK - Continuano a crescere i casi e i decessi legati alla pandemia di Covid-19. Nella giornata di oggi, il numero delle vittime ha oltrepassato la soglia delle 150'000 unità a livello globale. Di queste, quasi due terzi (oltre 95'000) sono morte in Europa.

Il triste bilancio ha subito un'impennata proprio in questi ultimi giorni. Se pensiamo che le prime vittime ufficiali del SARS-CoV2 risalgono allo scorso 22 gennaio, ci sono voluti oltre due mesi per superare i 50'000 decessi, registrati il 2 aprile scorso. Da quel momento in poi, la curva si è fatta molto più ripida. Otto giorni dopo (era il 10 aprile) sono stati superati i 100'000 morti e oggi, a un'altra settimana di distanza, siamo oltre i 150'000.

L'andamento è il medesimo anche per quanto riguarda il numero complessivo dei casi Covid-19 confermati, che ha subito una fortissima accelerazione a partire dagli ultimi giorni dello scorso mese, arrivando così oggi a superare i 2,2 milioni. Di questi, oltre un milione e mezzo risultano tuttora positivi mentre le persone guarite dalla malattia sono circa 568'000.

Verso la riapertura - In molti Paesi però, il discorso sulla cosiddetta "fase 2" inizia a farsi sempre più concreto. A tal proposito il direttore dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ribadito che il processo di allentamento delle restrizioni deve avvenire in modo graduale, richiamando le nuove linee guida pubblicate giovedì. Sei sono i criteri che i singoli Paesi devono considerare: che i contagi siano sotto controllo; la capacità dei sistemi sanitari di testare, isolare e trattare ogni caso e tracciare ogni contatto; che l'epidemia sia ridotta nelle strutture sanitarie e case di cura; che siano implementate misure di sicurezza nei posti di lavoro e nelle scuole; che i rischi "importati" siano gestiti; che i cittadini siano informati e consapevoli.

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