Angelo Borrelli traccia il punto sull'emergenza coronavirus in Italia.
Il capo della protezione civile è sicuro: «Senza le misure messe in campo dal governo, oggi conteremmo un numero di morti decisamente superiore».
ROMA - In Italia «la situazione nei territori del Nord resta la più drammatica, ma il Sud è ancora a rischio. Nessuno può e deve pensare di poter abbassare la guardia: il virus ha dimostrato di poter attraversare oceani e continenti», indica oggi il capo della Protezione civile italiana, Angelo Borrelli, in un'intervista al Corriere della Sera in cui sottolinea: «Non sappiamo quando ne usciremo. Una cosa però è certa: senza le misure messe in campo dal governo, le nostre strutture ospedaliere avrebbero sofferto molto di più e oggi conteremmo un numero di morti decisamente superiore».
In merito al raggiungimento del picco, «c'è una frenata dei positivi che necessitano di cure ospedaliere e questo è un dato confortante. Vuol dire che nei prossimi giorni avremo un piccolo margine per consentirci di affrontare un'eventuale recrudescenza della curva», spiega Borrelli. Ieri per la prima volta dall'inizio dell'epidemia è stato registrato anche un calo dei pazienti in terapia intensiva. È un altro piccolo segnale dell'inizio di una fase di discesa, che sarà lunga e richiederà tempo e pazienza.
Parlando delle fasce più deboli, «l'ordinanza per i Comuni è importantissima ma non possiamo fermarci a questo. La situazione che stiamo vivendo con isolamento forzato, distanza sociale, confronto quotidiano con paura e solitudine, richiede un'attenzione particolare al sostegno psicosociale della popolazione».
Quel lungo metro - A emergenza finita, «temo che ripercorrere quel metro che oggi ci separa sarà molto difficile: con le necessarie pratiche di prevenzione ne abbiamo interiorizzato anche paure ed ansie, dovremmo essere abili a riavvicinarci all'altro gradualmente, senza perderne la fiducia, coltivando la tenerezza», afferma Borrelli. «Mi auguro che possa riemergere un sentimento di comunità e che il bene comune torni ad avere la giusta quota di attenzione e di cura. Sarà la condizione indispensabile per dare un futuro di speranza alla nostra gente e soprattutto alle generazioni future».
+75% di posti nelle terapie intensive - A oggi i posti in terapia intensiva in Italia «sono 9.081, con un incremento del 75% in meno di un mese, contro i 3.595 iniziali. Sono stati cioè triplicati». Lo ha detto il ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, nell'informativa al Senato. I posti letto in Pneumologia sono invece passati da 6.525 a 26.524. Inoltre, ha annunciato, «sono stati già firmati 12.000 nuovi contratti per il personale sanitario e altre procedure sono in corso».
Scuole chiuse almeno fino al 13 aprile - Le scuole in Italia fino al 13 aprile «saranno sicuramente chiuse»: a dirlo è la ministra dell'istruzione italiana Lucia Azzolina, secondo quanto apprende l'agenzia di stampa italiana Ansa. La ministra invita quindi il mondo della scuola a continuare a puntare sulla didattica a distanza.
È in corso un lavoro al Ministero dell'Istruzione sugli esami di Stato, la ministra ha invitato i dirigenti scolastici a non lasciarsi influenzare da quello che si sente e si legge in queste ore, anche sulle valutazioni degli alunni, «le notizie ufficiali arrivano dal Ministero. Alcune decisioni vanno prese in modo celere».