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Bolsonaro sottovaluta il pericolo del coronavirus? Le gang criminali no

BRASILEBolsonaro sottovaluta il pericolo del coronavirus? Le gang criminali no

26.03.20 - 12:42
Coprifuochi e minacce di punizioni sono stati imposti in alcune delle principali favelas del paese
KEYSTONE
Se Bolsonaro minimizza i rischi del coronavirus, le organizzazioni criminali no.
Se Bolsonaro minimizza i rischi del coronavirus, le organizzazioni criminali no.
Bolsonaro sottovaluta il pericolo del coronavirus? Le gang criminali no
Coprifuochi e minacce di punizioni sono stati imposti in alcune delle principali favelas del paese

RIO DE JANIERO - Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro minimizza la pericolosità del coronavirus? I trafficanti di droga no.

Le organizzazioni criminali che gestiscono le piazze di spaccio nelle favelas più malfamate di Rio de Janiero hanno intimato alla popolazione di restare a casa. Cresce infatti il timore che il Covid-19 possa fare una strage negli strati sociali più a rischio della popolazione. Lo riporta il quotidiano britannico Guardian.

Nella famigerata (e famosa grazie al film omonimo di Fernando Meirelles) Cidade de Deus la scorsa settimana è stato registrato un caso di positività. Come risposta, il Comando Vermelho, una delle gang più temute e spietate del Brasile, avrebbe ordinato a tutti di chiudersi in casa per evitare di contagiare ed essere contagiati. In un video che circola sui social, e che sarebbe registrato proprio a Cidade de Deus, si sentono alcune frasi pronunciate da un altoparlante. Il tono e il contenuto sono tutt'altro che rassicuranti: «Chiunque venga trovato a passeggiare in giro verrà punito».

Un quotidiano locale afferma che i vertici della gang hanno fatto sapere che «stiamo imponendo un coprifuoco perché nessuno sta prendendo sul serio il coronavirus. La cosa migliore è starsene tranquilli a casa. Il messaggio è stato dato», si conclude con tono intimidatorio. «Lo stanno facendo i trafficanti perché il governo è assente. Le autorità sono cieche con noi» ha dichiarato al Guardian un abitante della favela.

Coprifuochi o altre misure di distanziamento sociale sono state messe in atto in altre aree degradate del Paese, non dalle forze di polizia ma da narcotrafficanti e criminali. Chi si occupa da tempo delle favelas non è sorpreso, anche se si precisa che sono eccezioni che confermano la regola di un generale disinteresse e sfruttamento di questi agglomerati urbani dove la miseria regna sovrana e dove le condizioni igieniche e sanitarie sono disastrose. Progetti affidati ad associazioni di volontariato stanno trasmettendo la consapevolezza del pericolo in queste aree, mentre da Brasilia il presidente considera ancora la pandemia alla stregua di un'influenza e pensa a far ripartire le attività economiche.

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