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ITALIAIl primario del pronto soccorso di Codogno: «Dobbiamo tenere duro ancora un paio di giorni».

04.03.20 - 09:13
Tra giovedì e venerdì finiranno le due settimane di quarantena nella zona rossa.
keystone-sda.ch (FRANCESCA BRUNATI)
Siamo arrivati ai momenti decisivi per capire l'evoluzione dell'epidemia di coronavirus.
Siamo arrivati ai momenti decisivi per capire l'evoluzione dell'epidemia di coronavirus.
Il primario del pronto soccorso di Codogno: «Dobbiamo tenere duro ancora un paio di giorni».
Tra giovedì e venerdì finiranno le due settimane di quarantena nella zona rossa.
Sarà il momento per capire di più sull'evoluzione dell'epidemia. Il ministro Patuanelli in auto-isolamento.

MILANO - Sono «ore decisive» per capire l'evoluzione dell'epidemia di coronavirus in Italia, e specialmente in Lombardia. Lo ha dichiarato a Repubblica Stefano Paglia, il primario del pronto soccorso di Lodi e Codogno. «Stiamo facendo il conto alla rovescia. Monitoriamo minuto per minuto i nuovi contagi nella zona rossa e nelle aree confinanti: ci aspettano altri due giorni con il fiato sospeso per capire se qui la grande ondata dell'epidemia è passata e quando arriverà nel resto della Lombardia».

Dal 20 febbraio Paglia non lascia il reparto e lui e il suo team sono finiti sotto accusa per come avrebbero gestito la fase iniziale dell'emergenza. La Procura lodigiana ha però chiarito subito che il personale sanitario non è un responsabile, piuttosto una vittima del coronavirus. «La cocienza è a posto» spiega il medico 49enne. «La verità è che a Codogno, grazie a una straordinaria e anonima dottoressa con qualità cliniche di altissimo livello, l'Italia ha scoperto l'epidemia. Ha avuto il tempo per reagire e può tentare di limitarne le conseguenze. L'inchiesta così potrebbe perfino farci scoprire cose interessanti». Come la conferma di un'ipotesi: che il coronavirus circolasse nel Lodigiano almeno dal mese di gennaio. 

Nella zona rossa, quella dei comuni che sono stati il primo focolaio dell'emergenza, le due settimane di quarantena scadono tra giovedì e venerdì. «Dobbiamo tenere duro ancora un paio di giorni. Faremo i conti e analizzeremo la tendenza. Anche Milano e l'Italia sapranno qualcosa di più su quanto ci aspetta». Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza la situazione dovrebbe essere più chiara «non prima di un'altra settimana, dieci giorni». 

Renzi: «Niente governissimo» - La politica italiana sta affrontando il momento in maniera molto differente. L'opposizione di centrodestra critica con sfumature più o meno accentuate i provvedimenti economici che il governo sta per varare. Gli aiuti per 4 miliardi inseriti nel decreto non sono abbastanza per Matteo Salvini, che ne chiede 20 «o non lo votiamo». Ma non è il momento di far cadere Giuseppe Conte: lo ha dichiarato Matteo Renzi a Radio Capital. «Niente governissimo, niente caduta di questo governo. E niente cultura del sospetto» su Italia Viva, accusata da più parti di essere pronta a trovare un accordo con la Lega di Salvini per la creazione di un esecutivo di emergenza.

Renzi ha poi sottolineato come quest'emergenza mostri la necessità di un leader forte. «Io non sono il premier ma ci deve essere una catena in cui tutti i giorni il messaggio deve essere chiaro. Su questa parte, alla fine dell'emergenza, dovremo ragionare. Per esempio: ha senso continuare con questa autonomia delle Regioni? Secondo me, ci vuole uno che comandi».

Ministro in autoisolamento - Il ministro dello Sviluppo economico italiano Stefano Patuanelli è in regime di auto-isolamento nella sede del ministero. Patuanelli si è sottoposto a un tampone per il coronavirus, che è risultato negativo.

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