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SPAGNACop25: si tratta a oltranza. Gli ambientalisti: «È un fallimento»

15.12.19 - 08:00
La delegazione svizzera: «Meglio nulla che un pessimo accordo»
keystone-sda.ch / STF (Paul White)
Cop25: si tratta a oltranza. Gli ambientalisti: «È un fallimento»
La delegazione svizzera: «Meglio nulla che un pessimo accordo»

MADRID - Nonostante la spinta di Greta Thunberg e della società civile e l'urgenza dettata dagli scienziati, i 196 Paesi del mondo più l'Ue stentano a trovare un accordo alla conferenza dell'Onu sul clima, definita la "Cop dell'ambizione". La conferenza doveva chiudersi venerdì e invece prosegue ad oltranza in mancanza di una intesa.

«È un fallimento» - Il primo documento sottoposto dalla presidenza del Cile all'attenzione delle parti è apparso troppo vago, tanto che la stessa presidenza si è messa al lavoro per riformularlo e far convergere le diverse istanze sui temi più combattuti. «Non è prevista una sospensione della Cop25 e si punta ad un accordo quanto prima», spiega il coordinatore della presidenza Andrés Landerretche. «È un fallimento», commentano gli ambientalisti.

I nodi più importanti da sciogliere sono tre: "Ambizione", mercato dei crediti di carbonio e gli aiuti per le perdite e i danni subiti dai Paesi vulnerabili. Serve uno sforzo dei Paesi più ricchi per impegni concreti sia nella riduzione dei gas serra sia nei finanziamenti ai Paesi vulnerabili, colpiti cioè dalle conseguenze del riscaldamento globale. Si corre il rischio che questa sia la Cop del rinvio, cioè che le questioni importanti vengano lasciate in sospeso e rimandate alla Cop26 del novembre 2020 a Glasgow.

"Ambizione" - L'Ambizione, come viene chiamata, è l'aumento da parte di ciascun Paese degli impegni nazionali (sottoscritti nel 2015 a Parigi) per il taglio di gas serra entro il 2030. Questi impegni (che devono essere in linea con l'innalzamento medio della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi entro il 2100 rispetto al periodo preindustriale) vanno presentati alla Cop26.

Il problema è che i Paesi vulnerabili chiedono la garanzia che questi impegni siano formalizzati entro ottobre 2020 al segretariato dell'Unfccc (la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), in modo da preparare un rapporto destinato alla Cop26 per capire se ci sia un fossato fra gli impegni trasmessi e quelli necessari per l'obiettivo del +1,5 gradi. Ci sono già 73 Paesi che li hanno definiti o hanno indicato l'intenzione di rafforzarli, altri undici hanno avviato il processo.

Mercato globale del carbonio - Il secondo dossier ancora senza soluzione riguarda l'articolo 6 dell'accordo di Parigi sulla regolazione del mercato globale del carbonio. C'è ancora divisione sul meccanismo di calcolo dei crediti (c'è chi vorrebbe un "doppio conteggio" sia a carico di chi vende sia di chi compra).

Aiuti per i Paesi vulnerabili - Il terzo è sulla revisione degli aiuti per i "loss and damage", contenuto nel cosiddetto Meccanismo internazionale di Varsavia. I Paesi vulnerabili chiedono 50 miliardi di dollari (grossomodo la medesima somma in franchi) all'anno fino al 2022, da aggiungere ai 100 miliardi all'anno al 2020 ed estesi almeno al 2025, per una ricostruzione e una ripresa economica. Ma gli Stati Uniti, nonostante abbiano avviato la pratica per uscire dall'Accordo di Parigi, si sono messi di traverso, perché non vogliono che ci sia alcuna richiesta di garanzie nei loro confronti.

Delegazione svizzera: «Meglio nulla che pessimo accordo» - La Svizzera ritiene troppo vaga la prima formulazione di un possibile accordo alla conferenza dell'Onu sul clima, in particolare in merito alla regolazione del mercato globale del carbonio.

«Sul mercato del CO2 è meglio che quest'anno non si raggiunga alcuna intesa piuttosto che ottenerne una pessima», ha affermato Franz Perrez, il capo della delegazione elvetica alla Cop25 di Madrid, interrogato nel telegiornale della televisione svizzerotedesca SRF. «Se prendiamo una decisione piena di scappatoie, non ce ne libereremo più», ha affermato.

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COMMENTI
 

Bayron 4 anni fa su tio
Bene!!! Alla faccia dei Gretini...

Nmemo 4 anni fa su tio
La conferenza UNO sul clima ha fallito gli obiettivi. Per qualche Stato sussistono altre priorità vitali. Per la gente i camini che fumano sono pane.

Summerer 4 anni fa su tio
"196 Paesi del mondo più l'Ue". Questo è un giornale svizzero! Non italiano! Quando scrivete evitate di copiare i giornali italiani!

Calotta Polare 4 anni fa su tio
Risposta a Summerer
Cos'è che ti irrita di questa definizione? La Svizzera è inclusa nei 196 Paesi del mondo citati. Si tratta comunque di un errore della Redazione perché l'UE semmai è parte dei 196 paesi del mondo. Non ne esistono 224.

streciadalbüter 4 anni fa su tio
Comincia l`isterismo collettivo scatenato dal mostriciattolo svedese

Wunder-Baum 4 anni fa su tio
Un po come Corea del Nord e Usa ! Tante parole, ma pochi fatti !
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