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REGNO UNITOLa fidanzata di Khashoggi: «I leader mondiali proteggono Riad»

30.09.19 - 19:26
Alla vigilia del 1° anniversario dalla morte del giornalista, Hatice Cengiz denuncia l'inazione contro i responsabili
Keystone
La fidanzata di Khashoggi: «I leader mondiali proteggono Riad»
Alla vigilia del 1° anniversario dalla morte del giornalista, Hatice Cengiz denuncia l'inazione contro i responsabili

LONDRA - «Voglio sapere chi ha dato l'ordine di ucciderlo. I leader mondiali non hanno agito contro i veri responsabili». A un anno dal feroce assassinio del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul, Hatice Cengiz non si dà pace, e giura che sarà così finché sulla fine del suo promesso sposo non si arriverà alla verità. Tutta.

In un'intervista all'ANSA alla vigilia delle commemorazioni per il reporter saudita, la ricercatrice turca che fu l'ultima a vederlo - killer a parte - accusa la comunità internazionale di aver sacrificato la ricerca della giustizia ai rapporti economici e geopolitici con Riad.

«Nonostante i risultati delle indagini e del rapporto» della relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Agnes «Callamard, non è stato compiuto alcun passo nei confronti dei colpevoli. Bisogna fare di più. A partire da quello che è stato scoperto dai servizi segreti», sostiene Cengiz, che dopo il delitto ha lasciato Istanbul per trasferirsi a Londra e concentrare i suoi sforzi nel far luce sul delitto, ricostruendo la vicenda anche davanti al Congresso americano.

Donald Trump, invece, non ha voluto riceverla, mettendo secondo lei gli affari e il petrolio di Riad davanti ai «valori americani». Per la 37enne turca proprio il rapporto Callamard, che ha evidenziato «prove credibili» di una responsabilità del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, «è stato un passo importante per far emergere la verità, ma purtroppo finora i leader mondiali non hanno agito di conseguenza, ma al contrario hanno cercato di far dimenticare quello che è successo. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu non ha compiuto alcun passo serio. Mi sembra che la Turchia sia stata lasciata sola».

Con un editoriale sul Washington Post, dalle cui colonne Khashoggi criticava aspramente proprio l'erede al trono dei Saud, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha ribadito oggi di non aver alcuna fiducia nella giustizia del Regno e nel processo per l'omicidio in corso a Riad, dove sono state chieste 5 condanne a morte, promettendo che non si stancherà di cercare i colpevoli né di chiedere che fine abbia fatto il corpo del reporter, i cui resti non sono mai stati ritrovati.

«Non ho mai avuto alcun contatto con le autorità saudite», assicura dal canto suo Cengiz, che avrebbe dovuto sposare Khashoggi poche settimane dopo la scomparsa del reporter. Nella sede diplomatica del suo Paese, l'esperto giornalista si era recato proprio per ottenere i documenti necessari per le nozze. Prima di entrare, le consegnò il cellulare, per evitare che venisse spiato dalle guardie del consolato. Poi mise piede nell'edificio da cui non sarebbe mai più uscito. «Jamal mi disse solo: aspettami qui fuori, ci vediamo tra poco. Nulla di sentimentale. Non aveva idea che sarebbero state le sue ultime parole. Con lui ho trascorso i giorni più belli della mia vita. E ora, quando ci ripenso, mi sento fortunata ad averlo conosciuto».

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