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REGNO UNITOArabi sempre più laici, specialmente tra i giovani

24.06.19 - 20:20
La percentuale dei "non religiosi" è cresciuta dall'8% al 13% in 5 anni. Sì alle donne premier, ma a casa decide l'uomo
Arabi sempre più laici, specialmente tra i giovani
La percentuale dei "non religiosi" è cresciuta dall'8% al 13% in 5 anni. Sì alle donne premier, ma a casa decide l'uomo

LONDRA - Per un numero crescente di arabi la religione ha un ruolo sempre più marginale, privato o inesistente. Lo rivela uno studio realizzato dall’Arab Barometer per la BBC Arabic, che illustra come la percentuale degli abitanti del Vicino Oriente e del Maghreb che si definiscono “non religiosi” sia aumentata dall’8% al 13% in cinque anni. Particolarmente pronunciato è l’incremento tra i giovani di meno di 30 anni, dove tale dato ha ormai raggiunto il 18%.

Sempre più laici - La quota cresce in particolare in Libia e in Tunisia, dove è passata dal 10% al 30% circa. Marcato anche l’aumento  in Marocco, Egitto e Algeria, tutti intorno od oltre il 10%. Unico Paese in controtendenza tra quelli presi in considerazione è lo Yemen, dove la percentuale è scesa da più del 10% al 5% circa. Il termine arabo “ghayr mutadayyin” (“non religioso”) copre i significati di “non praticante” o “laico” e non implica necessariamente il fatto che la persona sia agnostica o atea.

Una donna presidente sì... - Oltre alla vicinanza a una religione, lo studio analizza altri aspetti. Come l’atteggiamento degli arabi verso le donne in politica. In dieci degli 11 Paesi e territori in cui è stata condotta l’inchiesta la maggioranza della popolazione trova accettabile l’idea di una donna presidente o prima ministra. Unica eccezione: l’Algeria.

... ma a casa decide l'uomo - Se si parla di famiglia, però, la responsabilità sembra rimanere una prerogativa maschile. Ovunque, tranne in Marocco, più del 50% degli intervistati ritiene che l’uomo debba avere l’ultima parola nelle decisioni domestiche. Tale impostazione è supportata anche dalla maggioranza delle donne.

Delitti d'onore più accettati dell'omosessualità - Fa riflettere poi il confronto tra i dati sull’accettazione dei crimini d’onore e dell’omosessualità. In tutti i Paesi e territori presi in considerazione tranne il Sudan, l’uccisione di un congiunto (generalmente una donna) che abbia causato disonore alla famiglia è più accettabile dell’omosessualità. Così, per esempio, se nei Territori palestinesi l’8% degli intervistati approva i crimini d’onore solo il 5% dice di trovare accettabile l’omosessualità. L’approvazione per questo orientamento sessuale, del resto, è generalmente bassa in tutta la regione, con percentuali che vanno dal 5% nei Territori palestinesi al 26% in Algeria. Il Libano, considerato un faro di liberalismo nel Vicino Oriente, si ferma al 6%.

Il desiderio di emigrare - Lo studio rivela poi che sempre più persone pensano di emigrare in Giordania, Iraq, Marocco, Libia, Tunisia ed Egitto, con percentuali che vanno dal 20% al 40%. Tale dato è invece stabile o in calo rispetto al 2013 nei Territori palestinesi, in Algeria, Sudan, Libano e Yemen. Le principali destinazioni sono, nell’ordine, l’Europa, il Nord America e i Paesi del Golfo.

Erdogan il presidente più amato, Israele il Paese più temuto - Per il resto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan risulta essere il leader straniero più apprezzato - dal 51% degli intervistati - contro il 28% dell’omologo russo Vladimir Putin e il 12% dell’americano Donald Trump. Libanesi, palestinesi, egiziani, giordani, libici e sudanesi considerano infine Israele la minaccia più grande per la regione, mentre per gli iracheni e gli yemeniti è l’Iran e per i tunisini gli Stati Uniti. Algerini e marocchini non identificano un Paese che costituisca una minaccia particolare per loro.

Lo studio - La ricerca è stata condotta dall’Arab Barometer, una rete di ricerca con sede all’Università di Princeton, negli Stati Uniti. Ha coinvolto 25’407 partecipanti che sono stati intervistati di persona per 45 minuti in 10 Paesi arabi e nei Territori palestinesi tra fine 2018 e inizio 2019.

Nei Paesi di lingua araba - dei quali la Turchia o l'Iran per esempio non fanno parte - la stragrande maggioranza della popolazione è musulmana, ma esistono anche minoranze cristiane - particolarmente grandi in Libano, Egitto e Siria -, ebraiche e di altre confessioni.   

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