Preoccupano la presunta guerra contro la droga e le esternazioni del presidente Rodrigo Duterte
NEW YORK - I diritti umani nelle Filippine sono carta straccia. La presunta guerra contro la droga ha instaurato nel Paese un clima di totale impunità che ha portato un impressionante numero di uccisioni da parte della polizia anche di difensori dei diritti umani. A sottolinearlo sono gli esperti Onu che hanno avanzato la richiesta di un'inchiesta indipendente da parte del Consiglio dei diritti dell'uomo sulle violazioni nelle Filippine.
Sono già tre anni che gli esperti Onu sollecitano il Governo delle Filippine a prendere misure concrete contro le esecuzioni extragiudiziarie, comprese quelle di bambini, disabili, popoli autoctoni, sindacalisti e rappresentanti di organizzazioni non governative.
Questo clima ha portato inoltre a detenzioni arbitrarie, casi di tortura e trattamenti inumani e degradanti, violenza sessuale sulle donne. Gli esperti sottolineano come in molti di questi casi gli autori appartengono alle forze armate, a gruppi paramilitari o a persone loro legate. E tutto ciò rappresenta solo la punta dell'iceberg. Ci sono poi aggressioni e minacce contro le voci critiche nei confronti del governo, in particolare i media indipendenti, gli avvocati e i giornalisti.
Gli esperti Onu rilevano inoltre che lo stesso Presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, ha pubblicamente intimidito i difensori dei diritti umani, i relatori speciali delle Nazioni Unite e persino i giudici della Corte suprema. Ha pubblicamente espresso giudizi degradanti nei confronti delle donne con dichiarazioni sessiste e incitato alla violenza. «Ha anche minacciato di bombardare le scuole dei popoli indigeni dell'isola di Mindanao», hanno insistito gli esperti delle Nazioni Unite.
Ultimo grave segnale in ordine di tempo è la decisione di Manila di recedere dal Tribunale penale internazionale. «Questa è l'ultima di molte azioni che dimostrano che il governo sta cercando di eludere il controllo e respingere la responsabilità», hanno detto i rappresentanti Onu, mettendo in risalto gli attacchi ripetuti e personalizzati contro gli organismi internazionali indipendenti.