Cerca e trova immobili

BULGARIAPapa Francesco accolto dal premier bulgaro

05.05.19 - 10:03
Subito dopo, il pontefice si è diretto al Palazzo Presidenziale per la visita al presidente della Repubblica
KEYSTONE/AP (Darko Vojinovic)
Francesco (al centro) con il premier bulgaro Borisov (a destra)
Francesco (al centro) con il premier bulgaro Borisov (a destra)
Papa Francesco accolto dal premier bulgaro
Subito dopo, il pontefice si è diretto al Palazzo Presidenziale per la visita al presidente della Repubblica

SOFIA - Al suo arrivo all'aeroporto di Sofia, papa Francesco è stato accolto dal primo ministro bulgaro Boyko Borisov, con il quale ha un colloquio privato in una sala dello scalo aereo.

Subito dopo, il pontefice si è diretto al Palazzo Presidenziale per la visita al presidente della Repubblica Rumen Radev e l'incontro con le Autorità del Paese.

«Ogni religione, chiamata a promuovere armonia e concordia, aiuti la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà, sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione - ha detto il pontefice nel suo discorso davanti alle autorità bulgare - In tal modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla». 

Il Papa ha rivolto il suo «cordiale saluto ai cristiani delle altre Comunità ecclesiali, ai membri della Comunità ebraica e ai fedeli dell'Islam»: «riaffermo con voi», ha detto citando il Documento sulla fratellanza umana firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso, «la forte convinzione che i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune».

«Non chiudete gli occhi e il cuore a chi bussa alle vostre porte» - «A voi, che conoscete il dramma dell'emigrazione, mi permetto di suggerire di non chiudere gli occhi, il cuore e la mano - come è nella vostra tradizione - a chi bussa alle vostre porte», ha proseguito il pontefice in questa sua prima giornata a Sofia. Ma idealmente l'invito è indirizzato a tutta l'Europa, per cui Francesco non si stanca di fare appello ai valori di unità e solidarietà.

Dopo aver ricordato i problemi dell'emigrazione e del calo delle nascite, davanti alle massime autorità come il presidente Rumen Radev e il premier Boyko Borisov - con ambedue prima ha avuto colloqui privati - il Papa rileva che «la Bulgaria si trova a confrontarsi con il fenomeno di coloro che cercano di fare ingresso all'interno dei suoi confini, per sfuggire a guerre e conflitti o alla miseria, e tentano di raggiungere in ogni modo le aree più ricche del continente europeo, per trovare nuove opportunità di esistenza o semplicemente un rifugio sicuro».

Un tema che affronterà con ancora maggiore evidenza domani mattina, con la visita al campo profughi di Vrazhdebna, presso Sofia, che accoglie rifugiati dalla Siria e dall'Iraq, in un contesto est-europeo dove oggi l'afflusso degli stranieri trova sempre più porte sbarrate o addirittura muri.

Il Papa nei suoi discorsi, in questo Paese dove i cattolici sono appena l'1% - per loro oggi recita il Regina Caeli e celebra la messa -, dinanzi all'84% di ortodossi e l'8% di musulmani, cita più volte i suoi predecessori Giovanni XXIII, che in Bulgaria fu per 10 anni delegato apostolico, ricordato come "il santo bulgaro", e Giovanni Paolo II, che arrivò in visita nel 2002.

E alle altre fedi rivolge un richiamo che si aggancia al Documento sulla Fratellanza umana firmata ad Abu Dhabi col grande imam di Al-Azhar: «Ogni religione, chiamata a promuovere armonia e concordia, aiuti la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà, sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione. In tal modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla».

Incontrando poi il patriarca Neofit e il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa, accolto cordialmente ma senza dimenticare che agli ortodossi è stato proibito di partecipare alle cerimonie papali, Francesco oltre a porre l'accento sui legami derivanti dall'«ecumenismo del sangue, del povero e della missione», pone l'accento sulla necessità di mobilitarsi per la salvaguardia del progetto europeo.

I santi Cirillo e Metodio, dice dei compatroni del continente, apostoli dei popoli slavi, sul cui altare sosta in preghiera nella cattedrale patriarcale, «hanno molto da dirci anche per quanto riguarda l'avvenire della società europea»: «sono stati in un certo senso i promotori di un'Europa unita e di una pace profonda fra tutti gli abitanti del continente, mostrando le fondamenta di una nuova arte di vivere insieme, nel rispetto delle differenze, che non sono assolutamente un ostacolo all'unità», spiega citando Wojtyla. «Anche noi, eredi della fede dei Santi - aggiunge -, siamo chiamati ad essere artefici di comunione, strumenti di pace nel nome di Gesù».

E quanto il momento di turbolenza per l'Europa unita che si avvicina al voto gli stia a cuore, Bergoglio lo testimonia anche con gli scambi di battute con i giornalisti sul volo che lo conduce in Bulgaria. «Mi piace questo titolo!», esclama all'inviato del Tg2, Enzo Romeo, gli consegna il proprio libro «Salvare l'Europa». Commentandone poi i contenuti, cioè il fatto che il simbolo dell'Ue con la corona di stelle derivi originariamente dall'immagine dell'Immacolata Concezione, il Pontefice osserva con tono sorridente: «Non hanno voluto citare le radici cristiane ma Dio si è vendicato così». Battuta scherzosa anche con la giornalista russa che gli dice: «Santo Padre, siamo sempre più vicini alla Russia». «Sì - replica - devo farci un salto...».


 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE