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REGNO UNITOUn'app per salvare gli “schiavi” dell'autolavaggio

09.04.19 - 06:00
Esiste da alcuni mesi, i casi riscontrati sono parecchi ma il numero delle denunce effettive è «deludente»
Un'app per salvare gli “schiavi” dell'autolavaggio
Esiste da alcuni mesi, i casi riscontrati sono parecchi ma il numero delle denunce effettive è «deludente»

LONDRA - Un migliaio di casi di irregolarità, talmente gravi da far parlare di “schiavitù”: li ha portati alla luce “Safe Car Wash App”, un'applicazione per smartphone lanciata dalla Chiesa anglicana e cattolica britannica. Chi l'ha scaricata può verificare se presso l'autolavaggio in cui si trova le condizioni di lavoro sono regolari oppure se si presentano una serie di fattori che configurano una vera propria riduzione in schiavitù dei dipendenti. Tra di essi ci sono l'uso esclusivo di contanti, il fatto che i lavoratori vivano nel sedime dell'attività o che appaiano spaventati.

Nel caso si accertino queste violazioni l'utente dovrebbe chiamare un numero dedicato. Ma solo il 18% lo ha fatto nel corso dei primi cinque mesi. Una percentuale «deludente», ha dichiarato l'associazione anti-schiavitù della Chiesa d'Inghilterra. «L'anonimato di un'app è più attraente per le persone rispetto a una telefonata» ha dichiarato alla Fondazione Thomson Reuters la responsabile di un ente benefico, tentando di spiegare lo scarso successo dell'iniziativa. 

Secondo i dati in possesso della Walk Free Foundation, nel Regno Unito vivrebbero almeno 136mila schiavi moderni. I settori più a rischio sono le industrie, le fattorie e alcune tipologie di fabbriche.

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