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ITALIAManuel Bortuzzo, una speranza arriva dalla Svizzera

03.04.19 - 20:53
La stimolazione elettrica wireless del midollo potrebbe aiutare il giovane nuotatore, vittima lo scorso febbraio di un agguato
Manuel Bortuzzo, una speranza arriva dalla Svizzera
La stimolazione elettrica wireless del midollo potrebbe aiutare il giovane nuotatore, vittima lo scorso febbraio di un agguato

ROMA / LOSANNA - Arriva dalla tecnica di stimolazione elettrica del midollo spinale 'wireless' - che ha già permesso a 6 persone paraplegiche di tornare a camminare - una speranza di ripresa per Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore vittima lo scorso febbraio di un agguato a Roma che gli ha compromesso l'utilizzo degli arti inferiori. Ad ipotizzarlo all'ANSA è Grégoire Courtine, del Politecnico federale di Losanna, il cui gruppo ha ideato la tecnica, insieme a Jocelyne Bloch dell'ospedale universitario vodese (CHUV).

«È prematuro parlarne - ha detto all'agenzia stampa - ma potenzialmente potrebbe rispondere al trattamento». Courtine domani presenterà i risultati della tecnica in un convegno alla Fondazione Santa Lucia IRCCS nella capitale italiana.

Nel 2018 il gruppo di ricerca svizzero, in un doppio studio su "Nature" e "Nature Neuroscience" pubblicato a fine ottobre, aveva annunciato i risultati della sperimentazione che, per la prima volta, aveva permesso a tre persone paraplegiche di tornare a camminare.

«Adesso - afferma Courtine - sono quindi 6 le persone paraplegiche che hanno ripreso a camminare attraverso la stimolazione wireless, che veicola impulsi di stimolazione midollare attraverso un impianto senza fili. Abbiamo dimostrato così un miglioramento della funzione neurologica in questi pazienti e ciò è sorprendente. Per 2 dei 6 pazienti, inoltre, si è registrato un miglioramento del controllo della funzionalità degli arti anche quando la stimolazione elettrica veniva spenta. Un recupero importante e impensabile - sottolinea - al quale si affianca un percorso di riabilitazione».

Il prossimo passo, spiega, sarà duplice e riguarderà sia il versante tecnologico sia quello terapeutico. Sul versante tecnologico, chiarisce, «bisognerà ulteriormente migliorare i dispositivi utilizzati, rendendo la tecnica di più facile utilizzo». Attualmente, infatti la stimolazione wireless viene effettuata posizionando un pace-maker a livello lombare nel paziente, ed un'antenna posizionata all'altezza dell'addome invia il comando per la stimolazione midollare.

Tutta l'operazione è controllata attraverso un piccolo tablet. «L'obiettivo - spiega - è arrivare ad inviare il comando di stimolazione attraverso un Iphone o un Iwatch». Sul versante terapeutico, invece, «finora la tecnica è stata utilizzata su persone con lesioni spinali 'vecchie' di alcuni anni, ma i test sui topi hanno dimostrato che un utilizzo della tecnica su lesioni recenti dà risultati notevolmente migliori.

Per questo - annuncia Courtine - dal 2020 avvieremo una nuova sperimentazione su pazienti con lesioni spinali recenti, a partire dalle 4 settimane precedenti, e per i quali ci attendiamo risultati ancora migliori. Si inizierà con 20 pazienti per poi estendere il test ad un'ottantina.

Inizialmente saranno coinvolti centri in Germania, Olanda e Svizzera ma, in una seconda fase, potrebbero entrare anche centri italiani come la Fondazione Santa Lucia.

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