Prime manifestazioni di protesta contro Trump, con decine di arresti. Nancy Pelosi lancia una raccolta fondi e l'hashtag #FakeTrumpEmergency
NEW YORK - Proteste a New York contro la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale da parte del presidente americano, Donald Trump. I manifestanti si sono dati appuntamento all’esterno del Trump International Hotel di Columbus Circle a Manhattan. Da Times Square sfilano per le strade della città chiedendo alla commissione giustizia della Camera di avviare immediatamente le audizioni per l'ostacolo alla giustizia da parte del presidente. Fra le richieste, anche quella al Senato di creare una commissione stile-Watergate per indagare sui legami fra Trump e la Russia.
Al grido di «vergogna!», i manifestanti hanno accusato il presidente di aver creato ad hoc una «falsa emergenza» pur di ottenere i fondi necessari a finanziare il muro. La polizia avrebbe arrestato una decina di persone, ma non sono stati registrati scontri o tensioni.
Nel frattempo il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha annunciatoche il suo stato farà causa per quella che viene definita una mossa «folle» del presidente. Mentre la ministra della giustizia dello stato di New York Letitia James parla di «abuso di potere».
Nancy Pelosi ha inviato ai suoi sostenitori un appello alla raccolta di fondi - con un'offerta tra i 10 e i 250 dollari - per una campagna contro la decisione di Trump. «La #FakeTrumpEmergency è uno sfacciato abuso di potere - scrive la deputata democratica -. Trump non è riuscito a strappare denaro per il suo muro dal Messico o dal Congresso, quindi ora ruba dalle agenzie che proteggono la nazione».
Intanto l'organizzazione no profit Public Citizen ha fatto causa per bloccare il presidente e la sua emergenza nazionale. Si tratta della prima azione legale contro la decisione di Trump. Public Citizen ha avviato l'azione legale da parte di tre proprietari di terreni nell'area di Rio Grande Valley, nel sud del Texas, ai quali il governo ha comunicato che realizzerà alcune sezioni del muro sulla loro proprietà. Anche El Paso, la città texana al confine con il Messico e usata da Donald Trump come simbolo della crisi, si è alleata con tre organizzazioni no profit e ha presentato un'azione legale contro l'emergenza nazionale di Donald Trump. Nella causa - riportano i media americani - si mette in evidenza come la dichiarazione violi il principio di separazione dei poteri e si sostiene che danneggerà senza motivo la comunità della cittadina.