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REGNO UNITOQuell'avocado "sporco di sangue "che non piace più agli chef

12.12.18 - 06:00
Perché molto poco ecosolidale e in Messico è nelle mani dei cartelli del narcotraffico. I ristoratori: «Ci sono alternative migliori e più stagionali»
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Quell'avocado "sporco di sangue "che non piace più agli chef
Perché molto poco ecosolidale e in Messico è nelle mani dei cartelli del narcotraffico. I ristoratori: «Ci sono alternative migliori e più stagionali»

LONDRA - Frutto del paradiso, superfood dei superfood, ultima grande tendenza della ristorazione hipster, mattone-cardine della cucina vegan e pure colazione salutare per migliaia di famiglie (googlate “avocado toast” per farvi un'idea).

Sono bastati un paio d'anni per far sì che l'avocado diventasse uno dei frutti più ambiti, e acquistati al mondo. Complici la speculazione, e il fatto che coltivarli e trasportarli è abbastanza impegnativo, il loro prezzo è schizzato alle stelle. Lo sa chi li acquista, perché anche da noi pagarli meno di 2 franchi al pezzo è difficile.

KeystoneUn "compagno di pasto" anche alle nostre latitudini

Una parabola modaiola che però sta per essere mozzata proprio da chi ne ha decretato il successo, gli chef. Sono in diversi, e pure di un certo peso, i professionisti dei fornelli che si sono dichiarati apertamente contrari al frutto esotico.

Le motivazioni sono soprattutto di ordine etico: si va dalla deforestazione selvaggia per far spazio alle piantagioni, passando per prezzo gonfiato in maniera innaturale (e che li rende inaccessibili agli autoctoni) fino... all'interferenza della criminalità organizzata. Soprattutto in Messico, infatti, i cartelli del narcotraffico si sono interessati alla loro produzione, con effetti devastanti a livello umano e ambientale.

Deposit PhotosUn venditore di avocado a Medellin, Colombia

Il bando proposto dai cuochi, però, secondo molti lascia il tempo che trova: «Sicuramente è un bello spunto di riflessione ma non risolve nessun problema», spiega la benefica Thomson Reuters Foundation. A risentirne, infatti, potrebbero essere gli stessi coltivatori – soprattutto nei paesi più poveri – che rischiano di essere privati della loro unica fonte di entrate.

KeystoneMiliziani armati in difesa delle piantagioni a Michoacán

Una guerra senza fine per l'oro verde - L'interferenza violenta da parte del cartello del narcotraffico si è fatta sentire soprattutto nella regione leader nella produzione: il Michoacán messicano.

Da anni abbandonati a sé stessi gli agricoltori hanno fatto il possibile per resistere creando milizie di autodifesa (in foto).

Nelle mani dei malviventi i campi vengono trasformati in vere e proprie macchine di produzione senza rispetto del suolo (le piante di avocado “bevono” molto), dei corsi d'acqua – anche quelli contesi con le armi – e della manodopera.

Lo chef irlandese: «Io non li servo più» - Stella Michelin e proprietario di tre locali in quel di Galway, l'irlandese JP McMahon è uno degli chef più blasonati del movimento anti-avocado: «Io ho deciso di non servirli più e invito anche gli altri ristoratori a seguire il mio esempio», ha raccontato all'Independent.

«Il motivo? La deforestazione in Cile, la violenza in Messico... Per me è come l'allevamento intensivo dei polli: ugualmente irrispettoso e dannoso», spiega, «e poi non è un prodotto stagionale, volete qualcosa di altrettanto nutriente? Noi in questi giorni serviamo il topinambur, in tartare o con la salsa olandese».

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