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STATI UNITI«Trump pagò due donne per il loro silenzio»

08.12.18 - 08:38
È quanto emerge dalla testimonianza dell'ex avvocato personale del tycoon, Michael Cohen
Keystone
«Trump pagò due donne per il loro silenzio»
È quanto emerge dalla testimonianza dell'ex avvocato personale del tycoon, Michael Cohen

WASHINGTON - Donald Trump ha ordinato durante la campagna elettorale alcuni pagamenti illegali a due donne - la pornostar Stormy Daniels e la modella di Playboy Karen McDougal - per scongiurare un possibile scandalo sessuale che avrebbe minacciato la sua corsa alla Casa Bianca.

È quanto emerge dalle carte dei procuratori federali che hanno raccolto le testimonianze dell'ex avvocato personale del tycoon, Michael Cohen. Questi «ha agito in coordinamento e sotto la direzione» di un individuo che nelle carte non viene nominato ma che sarebbe Trump. Il tycoon ha sempre negato.

«Nulla di nuovo o di compromettente per il presidente», è stato il commento della Casa Bianca.

A rischio galera - Nel frattempo, si mette male la situazione per Michael Cohen. I procuratori federali che da tempo indagano sulla sua persona, tra cui il procuratore federale che coordina le indagini del Russiagate Robert Mueller, hanno chiesto «un periodo sostanzioso di detenzione» per colui che fino a poco tempo fa era uno degli uomini più vicini al tycoon. Questo nonostante Cohen si sia dichiarato colpevole e abbia collaborato con gli investigatori, attirandosi le ire del presidente americano.

Ma la sua collaborazione - spiegano i procuratori in una serie di documenti depositati presso la corte di Manhattan che dovrà emettere la sentenza la prossima settimana - non può cancellare i reati commessi: la violazione delle leggi sui finanziamenti elettorali durante la campagna del 2016 e aver mentito al Congresso nell'ambito dell'inchiesta sulle interferenze della Russia sulle elezioni presidenziali del 2016.

In tutto Cohen rischia una pena che dovrebbe aggirarsi sui quattro anni di carcere. Per i procuratori si sarebbe in particolare coordinato con la campagna di Trump per tentare di influenzare il voto del 2016. Avrebbe inoltre mentito sul progetto ambizioso della costruzione di una Trump Tower a Mosca, con tanto di penthouse da dare in dono allo zar del Cremlino Vladimir Putin. Un investimento che avrebbe potuto portare nelle casse della Trump Organization - sottolineano i procuratori - centinaia di milioni di dollari dalla Russia.

Mueller ha comunque definito "utili e rilevanti" le informazioni fornite da Cohen, che fanno risalire i primi tentativi dei russi di contattare la campagna di Trump già al 2015. Per questo il procuratore speciale raccomanda di tenere conto anche di questo nella sentenza di condanna.

Mueller, a differenza di Cohen, ha invece chiesto nei giorni scorsi di non punire con il carcere Michael Flynn, l'ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca anch'egli invischiato nel Russiagate. Flynn, come Cohen, ha deciso di collaborare con la giustizia.

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