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STATI UNITIHarvard a processo: «Discrimina gli asiatici per favorire gli studenti di colore»

15.10.18 - 13:02
La Corte Suprema potrebbe cambiare il modo in cui le università americane tengono conto dell'etnia dei candidati
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Harvard a processo: «Discrimina gli asiatici per favorire gli studenti di colore»
La Corte Suprema potrebbe cambiare il modo in cui le università americane tengono conto dell'etnia dei candidati

WASHINGTON - Si apre oggi alla Corte Suprema americana un caso che potrebbe modificare radicalmente il modo in cui le più prestigiose università degli Stati Uniti scelgono i propri studenti, in particolare in considerazione della loro origine etnica. Harvard è infatti chiamata a rispondere di comportamento discriminatorio per aver sempre penalizzato i candidati di origini asiatiche per favorire gli studenti afro-americani e latino-americani.

Sulla scorta dell’“affirmative action” che, dagli Anni ‘60, prevede la promozione di un’equa rappresentanza delle diverse etnie nella funzione pubblica, anche Harvard tiene conto dell’appartenenza etnica dei candidati nel rigido processo di selezione dei suoi studenti. Questo, però, avrebbe penalizzato eccessivamente i candidati asiatici.

KeystoneIl campus di Harvard, nel Massachusetts

Secondo uno studio interno citato da Fox News, nel periodo 2007-2016 questi ultimi costituivano solo il 19% delle matricole. Se la selezione fosse avvenuta solo sulla base dei risultati scolastici, però, la loro percentuale sarebbe schizzata al 43%.

Harvard nega di limitare le ammissioni di studenti di origini asiatiche, ma difende il proprio impegno per un’equa rappresentazione della diversità etnica. La sua selezione, sostiene, è “olistica”, basata su una valutazione complessiva della persona, in cui contano i risultati scolastici, le attività extracurricolari, le qualità personali, la condizione socio-economica e anche l’origine etnica.

KeystoneLa Corte Suprema

A portare l’ateneo davanti alla Corte Suprema è il gruppo nonprofit “Students for Fair Admissions”, che rappresenta le istanze di alcuni candidati asiatici esclusi. A sostenere l’abolizione del principio dell’“affirmative action” sono però da sempre le sezioni più conservative della politica americana. Vista l’attuale maggioranza conservativa alla Corte Suprema - raggiunta dopo la nomina da parte di Donald Trump dei giudici Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh - è possibile che questo principio, più volte riaffermato dall’alta corte fin dal 1978, salti.  

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COMMENTI
 

matteo2006 5 anni fa su tio
Assurdo come la richiesta di pari diritti per tutti si sia tramutata in obbligo di avere all'interno di un proprio ateneo una determinata percentuale di una determinata etnia di persone lasciando in secondo piano le qualità che fanno la vera diversità di un individuo e non il colore della pelle o il suo paese di origine. Stesso discorso per la richiesta di imporre più donne in politica o consigli di amministrazione "quasi per obbligo". Qualcuno una volta suggeriva curriculum senza nome sesso ed etnia onde non avere pregiudizi e credo che è una idea molto interessante.
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