Questa è stata la prima reazione dei vertici della Chiesa cilena dopo l'annuncio da parte di papa Francesco di ridurre allo stato laicale due vescovi emeriti
SANTIAGO DEL CILE - Il Comitato permanente della Conferenza episcopale cilena ha chiesto «perdono in nome dei vescovi e della Chiesa» e ha espresso la sua «vicinanza a quanti hanno sofferto per gli abusi e il danno causato».
Questa è stata la prima reazione dei vertici della Chiesa cilena dopo l'annuncio da parte di papa Francesco di ridurre allo stato laicale i vescovi emeriti Francisco José Cox e Marco Antonio Ordenes, come «conseguenza di atti manifesti di abusi su minori».
In un comunicato, oltre a chiedere perdono «a chi ha sofferto degli abusi, alle loro famiglie e comunità», si ribadisce che «come vescovi della Conferenza episcopale continuiamo il nostro percorso di rinnovamento ecclesiale, con il nostro servizio messo a disposizione del discernimento del Santo Padre».
I 34 vescovi cileni hanno presentato nel maggio scorso la loro rinuncia al Papa che ha accettato finora quella di sette di essi: Juan Barros, Cristián Caro, Gonzalo Duarte, Alejandro Goic, Horacio Valenzuela, Carlos Pellegrín e Cristián Contreras.
Finora il Pontefice non aveva ridotto allo stato laicale nessun vescovo. La decisione più drastica nella chiesa aveva riguardato e l'ex parroco di El Bosque, condannato per abusi sessuali, Fernando Karadima.