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Pesticida prodotto in Svizzera avvelena 800 agricoltori

SVIZZERA / INDIAPesticida prodotto in Svizzera avvelena 800 agricoltori

18.09.18 - 12:26
Il prodotto è vietato nel nostro Paese ma viene esportato nel Sud del mondo, denuncia Public Eye
Atul Loke / Panos Pictures
Pesticida prodotto in Svizzera avvelena 800 agricoltori
Il prodotto è vietato nel nostro Paese ma viene esportato nel Sud del mondo, denuncia Public Eye

NEW DELHI - La Corte Suprema indiana ha accettato di esaminare una petizione che chiede la messa al bando di circa 85 pesticidi abitualmente usati in India e che sarebbero dannosi per la salute. I giudici Arun Misra e Vineet Saran, riferisce l'Hindustan Times, hanno contattato le autorità locali invitandole a prendere provvedimenti per imporre divieti e restrizioni all'uso di questi prodotti.

L'avvocato che patrocina i firmatari, Prashant Bhushan, ha dichiarato: «L'uso continuato di pesticidi potenzialmente letali è una grave minaccia al diritto di sopravvivenza degli agricoltori. Solo in termini di avvelenamento acuto, senza considerare i casi diventati cronici, la situazione è allarmante e necessita di un'azione urgente». Bhushan ha posto l'accento sul fatto che questi prodotti chimici sono stati banditi in molti Paesi ma il loro uso è tuttora permesso in India. Del caso si è occupata l'organizzazione non governativa con sede in Svizzera Public Eye. Nel solo distretto di Yavatmal, circa 800 lavoratori agricoli sono rimasti avvelenati mentre spargevano pesticidi sui campi di cotone tra luglio e ottobre 2017. L'ong lo scorso mese di luglio ha visitato le famiglie vittime dell'ondata di intossicazioni e i sopravvissuti. «Le testimonianze sono agghiaccianti: centinaia di agricoltori hanno dovuto essere ricoverati in ospedale dopo aver sparso vari pesticidi in grandi quantità. Molti di loro hanno temporaneamente perso la vista. Nel solo distretto di Yavatmal più di 20 uomini sono morti in maniera atroce, più di cinquanta in totale nell’area di Vidarbha. I sopravvissuti spesso soffrono ancora gravemente dei postumi»

Atul Loke / Panos Pictures

Il ruolo di Syngenta - Secondo Public Eye tra i prodotti incriminati - direttamente chiamati in causa dagli agricoltori che li maneggiano tutti i giorni - figura il Polo, prodotto a Monthey da Syngenta. Dietro a un nome apparentemente innocuo si cela il diafentiuron, uno dei 40 pesticidi di Syngenta classificati come “estremamente pericolosi” dall’International Pesticide Action Network. Secondo l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, il diafentiuron è «tossico se inalato» e può «causare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta». È vietato in Svizzera e nell’Unione europea a causa dei suoi effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente. «Il colosso agrochimico esporta questo insetticida verso i paesi del Sud, nonostante in Svizzera sia stato vietato dal 2009 a causa dei suoi effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente» aggiunge Public Eye, ricordando che nell’ottobre 2017 il Ministro dell’Agricoltura dello Stato di Maharashtra ha annunciato l’avvio di un’inchiesta contro Syngenta per “omicidio intenzionale”. Syngenta ha dichiarato alla stampa indiana che il suo insetticida non è stato la causa dell’avvelenamento.

Public Eye ha potuto accedere, ai sensi della legge sulla trasparenza, ai documenti che mostrano come il Polo sia prodotto a Monthey e poi esportato verso l'India e altri Paesi. Nel solo 2017 sono state vendute 126,5 tonnellate, 75 delle quali sono finite in India. «Le autorità devono vietare queste esportazioni tossiche, come richiesto da una mozione che sarà presto discussa in Parlamento» aggiunge l'organizzazione. «Imponendo l’obbligo di diligenza alle società con sede in Svizzera in termini di diritti umani e ambiente, l’iniziativa per multinazionali responsabili permetterebbe anche di prevenire tragedie simili. Syngenta sarebbe infatti obbligata per legge a identificare i rischi associati ai suoi pericolosi pesticidi e ad adottare misure per porvi rimedio».

Atul Loke / Panos Pictures

Nel frattempo a Yavatmal e in altre zone dell'India centrale il problema persiste. «Un’analisi seria non potrebbe che giungere a una sola conclusione: prodotti pericolosi come il Polo non possono essere utilizzati in condizioni di sicurezza. Gli agricoltori che vivono in condizioni di estrema povertà non hanno accesso a dispositivi di protezione adeguati e non sono sufficientemente consapevoli dei pericoli, come mostra il nostro servizio. Gli impegni assunti dall’industria su base puramente volontaria non permettono di offrire loro alcuna protezione. In un contesto simile i pesticidi estremamente pericolosi dovrebbero essere ritirati dal mercato. Nuovi casi di intossicazione si sono verificati nel 2018 nello stato di Maharashtra» conclude Public Eye.

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