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ITALIAFico contro Salvini: «I porti non vanno chiusi»

30.06.18 - 20:10
Nel frattempo la Open Arms - proprio la nave a cui il leader della Lega ha impedito l'attracco in Italia - soccorre davanti alla Libia 59 migranti
Fico contro Salvini: «I porti non vanno chiusi»
Nel frattempo la Open Arms - proprio la nave a cui il leader della Lega ha impedito l'attracco in Italia - soccorre davanti alla Libia 59 migranti

MILANO -  I porti non vanno chiusi. E le organizzazioni non governative (Ong) «fanno un lavoro straordinario, fondamentale nel salvare vite». Il presidente della Camera italiana Roberto Fico dà voce ai malumori all'interno dei Cinquestelle e attacca frontalmente il ministro dell'interno Matteo Salvini nel giorno in cui la Open Arms - proprio la nave a cui il leader della Lega ha impedito l'attracco in Italia - soccorre davanti alla Libia 59 migranti, agendo autonomamente e precedendo l'intervento delle motovedette libiche, e naviga ora verso nord alla ricerca di un porto sicuro: l'ennesima odissea dopo quella dell'Aquarius e della Lifeline.

Richieste di solidarietà - «Bisogna essere solidali con chi emigra e ha storie drammatiche che toccano il cuore - dice il presidente della Camera da Pozzallo -. Tocca all'Europa farsi carico di quest'emergenza, non solo all'Italia che non può tirarsi indietro. E bisogna tirare fuori gli estremismi, perché la solidarietà si fa insieme».

Il silenzio di Salvini - Parole alle quali Salvini non replica lasciando che gli stessi Cinquestelle facciano filtrare il ragionamento del capo politico Luigi Di Maio. «Parla a titolo personale, non è la linea del governo». Il ministro però fa uscire dal Viminale i motivi di «ordine pubblico» che lo hanno spinto a vietare l'ingresso alla Open Arms: le inchieste che hanno riguardato proprio la nave dell'Ong, le manifestazioni che ci sono già state in occasione di precedenti approdi nei porti italiani, possibili nuove proteste che potrebbero creare rischi per la sicurezza. Allo stesso tempo, inoltre, il Viminale si dice disponibile in assenza di emergenze a bordo a rifornire in mare la nave di acqua, cibo e gasolio.

D'altronde Salvini la sua posizione l'aveva ribadita in mattinata in un tweet, dando lui stesso la notizia del soccorso effettuato dalla Open Arms. «La nave si è lanciata poco fa verso un barcone e, prima dell'intervento di una motovedetta libica in zona, ha in tutta fretta imbarcato una cinquantina di immigrati a bordo. Questa nave si trova in acque Sar (search and rescue, ricerca e soccorso, ndr) della Libia, porto più vicino Malta, associazione e bandiera della Spagna: si scordino di arrivare in un porto italiano». L'Italia, commenta l'eurodeputata Eleonora Forenza a bordo della nave dell'Ong, «sta sprofondando in una voragine di vergogna e disumanità».

La posizione di Salvini apre un ulteriore scontro con Malta, altro obiettivo da giorni nel mirino del ministro dell'interno. «La smetta con le bugie», scrive su Twitter il portavoce del governo pubblicando un post del ministro dell'interno Michael Farrugia: «l'intervento di Open Arms è avvenuto in zona Sar libica, tra Libia e Lampedusa. Matteo Salvini la smetta di diffondere notizie scorrette tirando in ballo Malta senza alcuna ragione», dice allegando una mappa con le distanze tra il punto dove si trova la nave dell'Ong, Lampedusa e Malta. «Questi sono fatti - aggiunge - non opinioni».

Il salvataggio di 59 persone - Polemiche e accuse che a bordo della Open Arms passano in secondo piano rispetto ai problemi delle 59 persone, tra cui 5 donne e 4 minori, appena soccorsi. Uomini, donne e bambini il cui primo pensiero è stato quello di non essere riportati in Libia: «ci torturano e ci violentano», ha detto una di loro. L'incubo lascia però il posto ad abbracci e applausi quando il comandante della nave annuncia: «andremo in Spagna».

L'Ong ribadisce, invece, le accuse a Libia e Italia per come sono state condotte le operazioni di soccorso di ieri, quando è naufragato un barcone e un centinaio di persone sono morte: «l'Open Arms avrebbe potuto salvarli, ma è stata ignorata dalle autorità libiche e italiane». «L'evento è accaduto in acque territoriali libiche - risponde la Guardia Costiera italiana - e non ha visto alcun nostro coinvolgimento».
 

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