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BRASILELo sciopero dei camionisti diventa emergenza nazionale

26.05.18 - 09:41
Si stanno registrando seri problemi di approvvigionamento di cibo e carburante
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Lo sciopero dei camionisti diventa emergenza nazionale
Si stanno registrando seri problemi di approvvigionamento di cibo e carburante

RIO DE JANEIRO - Lo sciopero dei camionisti, arrivato ieri al suo quinto giorno, è diventato un'emergenza nazionale in Brasile, dove il presidente Michel Temer ha mobilitato le forze armate per riaprire il traffico nel paese.

Si stanno infatti registrando seri problemi di approvvigionamento di cibo e carburante.

La giornata era iniziata su una nota positiva, dopo che il governo ha annunciato un accordo con 9 delle 11 organizzazioni di camionisti, chiuso nella notte precedente per garantire almeno una tregua di 15 giorni nella protesta, lanciata per esigere una riduzione del prezzo del carburante.

Ben presto, però, è cambiata la situazione: secondo stime dei media locali, circa un milione di camion mantenevano oltre 900 blocchi stradali in 22 dei 27 stati del paese, e sono cominciate a moltiplicarsi le situazioni di emergenza.

Undici aeroporti hanno informato di avere problemi di approvvigionamento di combustibile per gli aerei, e decine di voli sono stati cancellati. Il porto di Santos, principale terminale navale dell'America Latina, è rimasto virtualmente isolato dal resto del paese, e a Brasilia, San Paolo ed altre città le autorità hanno sospeso le classi nelle scuole pubbliche.

Gli automobilisti si lamentavano mentre facevano lunghe file per fare il pieno a prezzi gonfiati, gli ospedali denunciavano i primi problemi di disponibilità di medicine e i produttori di carne hanno avvertito che un miliardo di polli e due milioni di maiali sono in rischio di vita per la mancanza di alimenti.

E così Temer ha annunciato che aveva «mobilitato le forze federali di sicurezza perché sblocchino le strade», avvertendo che «non permetteremo che la società non abbia accesso ai beni di prima necessità».

La dura reazione di Temer è stata respinta dall'Associazione brasiliana di camionisti (Abcam), che non ha firmato l'intesa con l'esecutivo e ha avvertito che «se i militari vogliono togliere i blocchi, allora correrà sangue».

Con il passare delle ore, però, non si sono segnalati scontri o episodi di violenza, e il governo ha annunciato la ripresa del traffico in punti nevralgici del paese: la raffineria della Petrobras a Rio, per esempio, ha ripreso a distribuire carburante.

Poco dopo le 18.00 (le 23.00 di ieri in Svizzera) il governo ha informato che il numero di posti di blocco è passato da 933 a 519, aggiungendo che in molti punti alcune corsie sono lasciate libere per il traffico. Resta da vedere quanto ci vorrà perché la situazione torni ad essere normale. In sei città dello stato di Rondonia, sulla frontiera con al Bolivia, per esempio, la mancanza di carburante ha già provocato estesi blackout.

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