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ITALIABerlusconi a giudizio per corruzione

16.05.18 - 13:02
Il reato viene ipotizzato nell'ambito di uno dei filoni dell'indagine Ruby Ter. Milano non si oppone alla riabilitazione
Keystone
Berlusconi a giudizio per corruzione
Il reato viene ipotizzato nell'ambito di uno dei filoni dell'indagine Ruby Ter. Milano non si oppone alla riabilitazione

ROMA - Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio a Roma dal giudice per le udienze preliminari (gup) per il reato di corruzione nell'ambito di uno dei filoni giunto a Roma per competenza da Milano dell'indagine Ruby Ter. Con l'ex presidente del Consiglio italiano rinviato a giudizio anche Mariano Apicella, accusato di corruzione e falsa testimonianza. Il processo inizierà il prossimo 23 novembre davanti alla II sezione penale.

Secondo l'accusa Berlusconi avrebbe pagato il cantante Apicella per indurlo a falsa testimonianza sul caso "olgettine". In base all'impianto accusatorio la prima dazione di danaro sarebbe avvenuta a Roma. In totale il cantante napoletano, che avrebbe partecipato a feste organizzate ad Arcore, avrebbe percepito illecitamente complessivamente 157 mila euro.

Il procedimento romano è lo stralcio di una indagine condotta dalla Procura di Milano e poi "spacchettato" il 29 aprile del 2016 dal gup meneghino che ha inviato gli atti, oltre che a Roma, anche a Torino, Pescara, Treviso, Monza e Siena per competenza territoriale.

Milano non si oppone alla riabilitazione - La procura generale di Milano ha deciso di non opporsi alla riabilitazione concessa a Silvio Berlusconi dal Tribunale di Sorveglianza che lo ha reso di nuovo candidabile. Il provvedimento era già esecutivo.

Il procuratore generale Roberto Alfonso e il suo sostituto Maria Saracino, nel decidere di non opporsi alla riabilitazione concessa a Berlusconi e restituendo il fascicolo al Tribunale di Sorveglianza, hanno valutato che la decisione non presenta vizi di legittimità, perché la stessa Cassazione dice che i carichi pendenti, come i procedimenti sul caso Ruby ter, non sono di ostacolo alla valutazione di buona condotta. L'ex premier, dunque, aveva diritto ad avere la riabilitazione e i requisiti c'erano.
 
 

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