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ITALIAIndagati 23 dipendenti su un totale di 40: è record di assenteismo

05.04.18 - 08:46
Evitavano la timbratura dei cartellini o della scheda magnetica in modo da non far risultare i periodi di assenza dal lavoro: 12'500 minuti
Keystone
Indagati 23 dipendenti su un totale di 40: è record di assenteismo
Evitavano la timbratura dei cartellini o della scheda magnetica in modo da non far risultare i periodi di assenza dal lavoro: 12'500 minuti

MESSINA - Ventitré dipendenti su 40 del Comune di Ficarra (Messina) sono indagati per assenteismo. Un numero record emerso da un'inchiesta della Procura di Patti che ha portato alla sospensione dalla funzione per 16 persone.

Per i 23 tra impiegati e dirigenti le accuse sono di truffa aggravata e continuata ai danni dell'ente pubblico e di false attestazioni o certificazioni.

L'indagine è stata avviata nel 2016 dai carabinieri della Compagnia di Patti che hanno accertato, anche attraverso riprese video, una cronica, diffusa e generalizzata abitudine degli indagati, dipendenti a vario titolo del Comune, ad allontanarsi per motivi personali dall'ufficio.

I dipendenti finiti sotto inchiesta evitavano la timbratura dei cartellini o della scheda magnetica in modo da non far risultare i periodi di assenza dal lavoro e subire le decurtazioni di stipendio. Nel complesso gli inquirenti hanno accertato 650 assenze arbitrarie per un ammontare di oltre 12.500 minuti. Tra i 16 destinatari della misura cautelare figurano, tra l'altro, 3 dirigenti, rispettivamente delle area tecnica, amministrativa ed economico-finanziaria, che rispondono in concorso con gli altri perché avrebbero omesso di controllare i colleghi.

I carabinieri hanno svelato l'esistenza di un vero e proprio «sistema fraudolento e patologico» ai danni della pubblica amministrazione, sviluppatosi e rafforzatosi nel tempo in un contesto di «anarchia amministrativa». Al Comune di Ficarra l'azione dei pubblici dipendenti era svincolata da qualsiasi forma di controllo. Un sistema di malaffare che per i suoi caratteri di pervasività e diffusione non poteva che realizzarsi e reggere nel tempo attraverso atteggiamenti di complicità tra controllori e controllati «in un clima di cronico disinteresse per le funzioni pubbliche svolte e di totale assenza di senso del dovere», scrivono i carabinieri.

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