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I cubani che intendono recarsi negli Stati Uniti devono farlo passando per Bogotà dopo i tagli decisi da Donald Trump presso l'ambasciata americana
L'AVANA - A Cuba, centinaia di persone si sono messe in fila ieri all'Avana, di fronte alla sede dell'ambasciata della Colombia, per poter chiedere i visti per questo Paese come primo passo per poter raggiungere gli Stati Uniti.
I cubani che vogliono viaggiare dall'isola agli Stati Uniti devono infatti farlo passando per Bogotà, dopo che l'amministrazione del presidente Usa Donald Trump ha annunciato un taglio del 60% nello staff della sua ambasciata all'Avana a causa dei presunti attacchi acustici che avrebbero colpito almeno 24 dei suoi diplomatici.
Media locali hanno riferito che circa 400 persone si sono ritrovate di fronte all'ambasciata, dopo che i funzionari ne hanno riaperto le porte lunedì. La sede diplomatica aveva infatti annunciato una sospensione temporanea dei servizi dal 2 al 12 marzo, per via delle elezioni che si sono svolte in Colombia domenica.
In un reportage di una tv locale cubana è possibile vedere persone dormire in strada a L'Avana in attesa della riapertura dell'ambasciata. Molti di loro hanno viaggiato da altre province dell'isola per poter ottenere un visto. A causa dell'affollamento di persone nella zona, la polizia cubana ha aumentato la vigilanza dell'area.
Anche se molti a Cuba pensavano che la riduzione dello staff dell'ambasciata Usa sarebbe stata una misura temporanea, la scorsa settimana il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato che la sede diplomatica degli Stati Uniti a L'Avana continuerà le sue attività con il minimo di personale.
