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REGNO UNITOBritish Medical Journal si schiera a favore dell'eutanasia  

16.02.18 - 15:08
A firmare l'articolo, Sabine Netters, la dottoressa olandese che 10 anni fa aveva raccontato la sua prima esperienza con un paziente che le aveva chiesto di aiutarlo a morire
British Medical Journal si schiera a favore dell'eutanasia  
A firmare l'articolo, Sabine Netters, la dottoressa olandese che 10 anni fa aveva raccontato la sua prima esperienza con un paziente che le aveva chiesto di aiutarlo a morire

LONDRA - Il British Medical Journal, una fra le più importanti e autorevoli riviste scientifiche nel mondo, scende in campo a favore dell'eutanasia, proprio mentre in Italia infuoca il dibattito sul processo a Marco Cappato, accusato di suicidio assistito per aver accompagnato dj Fabo a morire in Svizzera.

«Il Bmj - spiega la direttrice Fiona Godlee in un editoriale che accompagna uno speciale pubblicato sul numero dell'8 febbraio - sostiene la legalizzazione della morte assistita». Si tratta infatti «del proseguimento della presa in carico del paziente che la richieda in piena consapevolezza».

Non solo. La Godlee si rivolge ai medici inglesi chiedendo loro di adottare «per lo meno una posizione neutrale per permettere un dibattito pubblico aperto e informato». Parole chiare, che accompagnano una serie di articoli quasi tutti a favore della morte assistita ma che non nascondono quanto sia difficile per i medici aiutare i pazienti in questa scelta. Nelle pagine della rivista dell'Associazione dei Medici Inglesi trova infatti anche spazio un articolo dal titolo "Come ci si sente ad aiutare un paziente terminale a morire di una morte dignitosa".

A firmarlo, Sabine Netters, la dottoressa olandese che 10 anni fa aveva raccontato la sua prima esperienza con un paziente che le aveva chiesto di aiutarlo a morire. «Mi ha fatto capire che anche quando le terapie falliscono - si legge - il ruolo del medico non è finito ma cambia. L'obiettivo non è più allungare la vita ma aiutare a morire meglio. I libri di testo però non danno alcun consiglio e anni di tirocinio mi hanno lasciato impreparata».
 
 

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