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GRECIAMsf: «È rischio crisi umanitaria fra i migranti sulle isole greche»

06.12.17 - 14:16
L'Ong: «A Lesbo intere famiglie sono stipate in piccole tende estive inadatte alle piogge e alle basse temperature»
Keystone
Msf: «È rischio crisi umanitaria fra i migranti sulle isole greche»
L'Ong: «A Lesbo intere famiglie sono stipate in piccole tende estive inadatte alle piogge e alle basse temperature»

ATENE - Per il secondo inverno consecutivo, le autorità di Atene tengono intrappolate migliaia di uomini, donne e bambini nelle isole greche, abbandonandoli sull'orlo di una crisi umanitaria.

È l'allarme lanciato da Medici Senza Frontiere (MSF) che, per rispondere a questa crisi, ha intensificato il suo intervento umanitario d'emergenza nel Paese. Allo stesso tempo, MSF lancia un nuovo appello all'Europa e alle autorità greche affinché queste persone vengano al più presto ricollocate sulla parte continentale della Grecia.

«A Lesbo intere famiglie, arrivate recentemente da Paesi come Siria, Afghanistan e Iraq, sono stipate in piccole tende estive inadatte alle piogge e alle basse temperature», spiega Aria Danika, coordinatrice dei progetti di MSF a Lesbo, in un comunicato diffuso dalla ong.

«Lo stato psicologico di alcuni di loro è scioccante: nelle nostre cliniche di salute mentale riceviamo in media 10 pazienti al giorno che soffrono di stress psicologico acuto, molti di loro hanno tentato il suicidio o l'autolesionismo. La situazione sulle isole era già terribile, ora va oltre la disperazione».

Per via delle restrizioni imposte dall'accordo tra Unione Europea e Turchia, che di fatto blocca queste persone sulle isole greche, il campo di Moria a Lesbo è pericolosamente sovrappopolato, spiega Msf.

A oggi ci sono più di 7.000 persone intrappolate in questa area progettata per ospitarne 2.300, con una media di 70 nuovi arrivi dalla Turchia al giorno, nella maggior parte dei casi donne e bambini. Nel campo non ci sono sufficienti docce e servizi igienici, l'accesso all'acqua è scarso e famiglie intere vivono in tende inadatte all'inverno.

A Samos, 1.500 persone vivono in un campo che ne potrebbe ospitare al massimo 700, e centinaia di persone dormono in tende senza alcun tipo di riscaldamento e in scarse condizioni igieniche. MSF ha attivato una clinica mobile, operante al di fuori del campo di Moria, per i bambini e gli adolescenti minori di 16 anni, oltre che per le donne in gravidanza, per garantire loro cure di base, trattamenti per la polmonite, l'ipotermia e altre patologie nella popolazione più vulnerabile. MSF sta inoltre negoziando con le autorità greche per migliorare l'approvvigionamento idrico e le strutture igienico-sanitarie a Lesbo e Samos.

«Come possono le autorità greche ed europee continuare a credere che tenere le persone in queste disastrose condizioni possa dissuadere altri rifugiati a venire? Persone disperate continuano ad arrivare sulle isole greche ogni giorno dopo aver rischiato la vita nel Mar Egeo. Questa crudele politica imposta alle persone vulnerabili in cerca di protezione è fallita e deve fermarsi», afferma Emilie Rouvroy, capomissione di MSF in Grecia.

«Le autorità greche hanno recentemente annunciato che 3.000 persone saranno spostate dalle isole entro il 10 dicembre, ma anche qualora questo limitato piano di evacuazione dovesse essere messo in atto, dopo poche settimane ci ritroveremmo nella stessa identica situazione. È giunto il momento di mettere fine alla politica di confinamento sulle isole e consentire a queste persone di andare lì dove i loro bisogni di protezione possano essere soddisfatti con umanità», conclude Rouvroy.
 
 

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