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STATI UNITILe "isole di rifiuti", un disastro ecologico

25.11.17 - 12:01
Nel Mar dei Caraibi, mucchi di spazzatura galleggiante testimoniano il disastro ambientale che colpisce una delle zone più belle del mondo
Le "isole di rifiuti", un disastro ecologico
Nel Mar dei Caraibi, mucchi di spazzatura galleggiante testimoniano il disastro ambientale che colpisce una delle zone più belle del mondo

NEW YORK - Al largo di alcune spiagge paradisiache dei Caraibi, una discarica galleggiante testimonia il disastro ambientale che sta avvenendo in silenzio, quando i fiumi inquinati sfociano nel mare.

Queste "isole di rifiuti" sono state ritratte dalla fotografa Caroline Power, che vive sull'isola di Roatan, in Honduras. L'isola di spazzatura filmata questa volta «è molto piccola rispetto a quelle che si trovano negli oceani Atlantico e Pacifico», assicura.

Ci sono posate usa e getta, borse e tutti i tipi di contenitori di plastica. Il problema è che questi rifiuti «continuano a riversarsi nei nostri oceani, provocando la formazione di questi accumuli», ha spiegato la donna all'AFP.

«È un disastro ambientale», afferma Leonardo Serrano, vice sindaco di Omoa, una città costiera nel nord dell'Honduras. Questo piccolo paese dell'America Centrale punta il dito contro il vicino Guatemala, dove il fiume Motagua scorre per centinaia di chilometri, raccogliendo lungo il suo corso i rifiuti di una trentina di comuni, prima di raggiungere il mare, sul lato honduregno.

Caroline Power relativizza ricordando che «non sappiamo da dove viene la spazzatura». Ammette anche che «una delle fonti principali (dell'inquinamento) sono i fiumi in Honduras e in Guatemala». «Ma il resto può venire da qualsiasi luogo. Potrebbe arrivare, tramite la corrente, da ogni parte dell'America centrale o dei Caraibi. Alcune microplastiche hanno galleggiato per anni», continua.

«Anche sacche di sangue» - Nella stagione delle piogge, da maggio a dicembre, le onde portano questi detriti sulle spiagge della regione di Omoa, spiega il responsabile del turismo locale, Amilcar Fajardo. Camminando lungo la costa, si trovano bottiglie, rifiuti ospedalieri e tubi per aerosol, tutti con confezione guatemalteca, cosa che supporta la teoria honduregna.

Nancy Calix, una biologa marina, spiega che solo la spazzatura galleggiante è visibile sulla superficie dell'acqua, il resto si trova sul fondo del mare, danneggiando la vita marina. «Abbiamo trovato pesci e persino tartarughe di un metro di diametro, morti per intossicazione dopo aver ingoiato la plastica», sottolinea Fajardo.

Il problema esiste da tempo, ma è peggiorato negli ultimi anni, costringendo il comune di Omoa a sostenere ingenti spese per pulire le sue spiagge, Inutilmente, visto che montagne di rifiuti si riaccumulano rapidamente sulla sabbia.

Recentemente, «abbiamo riempito 20 autocarri con cassone ribaltabile di 13 metri cubi ciascuno», spiega il sindaco Ricardo Alvarado. «Abbiamo anche trovato sacche di sangue» provenienti dagli ospedali del Guatemala.

Forse in arrivo la soluzione - Il ministro dell'ambiente del Guatemala, Sydney Samuels, ha promesso questa settimana che un impianto di trattamento dei rifiuti da 1,6 milioni di dollari sarà costruito sul fiume Motagua. Un incontro con le autorità dell'Honduras si è tenuto a novembre per discutere l'argomento.

Secondo il Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (Puma), 6,4 milioni di tonnellate di rifiuti finiscono in mare, ogni anno, la maggior parte dei quali (70%) va a fondo.

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