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BELGIO«Almeno 2'800 morti in mare e altrettanti nel deserto»

17.11.17 - 22:01
È il drammatico bilancio del 2017 tracciato dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza
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«Almeno 2'800 morti in mare e altrettanti nel deserto»
È il drammatico bilancio del 2017 tracciato dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza

BRUXELLES - «Il bilancio del movimento di rifugiati e migranti attraverso Sahara e Mediterraneo continua ad essere devastante. Finora nel 2017 almeno 2'800 sono morti in mare e altrettanti nel deserto.

Chi è riuscito ad arrivare in Europa ha riferito di gravi violazioni dei diritti umani da parte delle reti criminali, comprese uccisioni a sangue freddo, violenze, abusi e violenze sessuali, lavori forzati, torture»: lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza sulla situazione nel Mediterraneo, presieduta dal ministro degli esteri Angelino Alfano.

«Serve una cooperazione più efficace nel reprimere contrabbandieri e trafficanti, proteggendo le vittime e dando il via ad opportunità significative per la migrazione regolare», ha precisato Guterres, «elogiando i paesi ospitanti per la loro generosità».

Per il segretario generale dell'Onu «c'è una chiara necessità di proteggere coloro che fuggono dalle persecuzioni», e si deve affrontare anche «il preoccupante aumento della xenofobia e delle discriminazioni nei confronti di rifugiati, migranti e minoranze, che è una responsabilità condivisa e globale».

«È essenziale ristabilire l'integrità del regime di protezione dei rifugiati su entrambe le sponde del Mediterraneo», ha avvertito Guterres, sottolineando che il traffico di esseri umani non può essere isolato dal traffico di beni culturali, droghe, armi e petrolio a beneficio di milizie, terroristi e gruppi armati.

«Troppo spesso si risponde alle sfide della sicurezza nel Mediterraneo con sistemi tradizionali o con soluzioni ad hoc», ha detto ancora, avvertendo che «tali approcci rischiano di prolungare inaccettabili status quo o peggiorare le situazioni, se non supportati da sforzi per affrontare le cause alla radice».

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