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BELGIOSito per “sugar daddies” cerca studentesse proprio fuori dalle università

27.09.17 - 06:01
Per le autorità i manifesti comparsi a Bruxelles sono incitamento alla prostituzione studentesca. Il portale: «I soldi contano in ogni relazione»
Sito per “sugar daddies” cerca studentesse proprio fuori dalle università
Per le autorità i manifesti comparsi a Bruxelles sono incitamento alla prostituzione studentesca. Il portale: «I soldi contano in ogni relazione»

BRUXELLES - Non sono passati inosservati - e questo era del resto l’obiettivo - i cartelloni pubblicitari piazzati da un sito d’incontri scandinavo nei pressi delle università di Bruxelles. Sui  manifesti mobili di 5x3 metri si vede il busto di una donna che fa il gesto di sfilarsi la spallina del reggiseno e si legge, in francese, un invito mirato a un pubblico ben preciso: «Hey, studentesse! Migliorate il vostro stile di vita, uscite con uno sugar daddy».

Il mittente è il portale d’incontri norvegese “Rich Meet Beautiful” (“Il ricco incontra la bella”) e uno “sugar daddy” è un uomo di una certa età e dalla solida posizione finanziaria che ama uscire con donne molto più giovani e amanti dei vizi e del lusso, le “sugar babies”.

I cartelloni comparsi a Bruxelles, ben dieci, fanno parte della campagna di “Rich Meet Beautiful” per accaparrarsi il ghiotto mercato belga dopo aver sfondato in Scandinavia. Il concetto, però, non è piaciuto affatto a diversi docenti, alle associazioni studentesche cittadine e al governo belga, che invocano l’interruzione della campagna. Dietro al sito, denunciano, si nasconde la prostituzione. «Questo è sfruttare le situazioni di difficoltà delle studentesse, non solamente finanziarie, ma anche affettive, relazionali o sociali», ha denunciato su RTBF Opaline Meunier, presidente dell’associazione degli studenti francofoni Unecof. «Non solamente questo manifesto raggiunge degli apici di becero sessismo, ma fa anche l’apologia pura e semplice della prostituzione studentesca (delle donne ovviamente)», lamenta dal canto suo François Dubuisson, professore della Libera Università di Bruxelles fra i primi a denunciare la campagna pubblicitaria su Facebook.

Come riporta Le Soir, i comuni di Bruxelles e Watermael-Boitsfort hanno annunciato ieri di avere intenzione di proibire i manifesti mentre il governo belga si è attivato nelle persone della ministra dei Diritti delle donne, Isabelle Simonis, e del ministro dell’Insegnamento superiore, Jean-Claude Marcourt, per costituirsi parte civile contro “Rich Meet Beatiful” ai sensi dell’articolo 380 del codice penale che vieta l’incitazione alla dissolutezza e alla prostituzione.

“Rich Meet Beautiful”, dal canto suo, cita come esempi ispiratori le storie di “Cenerentola” e “Cinquanta sfumature di grigio” e relativizza le accuse di essere un portale che fa incontrare clienti e prostitute. «Non promuoviamo la prostituzione, ma l’aspetto finanziario fa parte di ogni relazione», premette il Ceo del portale, Sigurd Vedal, parlando a Le Soir. «È questa la chiave di lettura: si tratta davvero di relazioni romantiche fra due persone che pongono ciascuna le proprie condizioni», aggiunge. E precisa: «Noi non dobbiamo metterci a fare i poliziotti». Gli affari, intanto, sono partiti a gonfie vele per il sito. Nel primo weekend online, prima ancora che i manifesti facessero la loro comparsa, aveva raggiunto le 20mila iscrizioni in Belgio. L’obiettivo sono le 300mila entro fine 2018.

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