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STATI UNITIEcco le prime immagini della macchia rossa di Giove

13.07.17 - 12:56
Sono arrivate a Terra le prime immagini della macchia rossa di Giove riprese dalla sonda Juno dell'agenzia spaziale statunitense (Nasa) durante il passaggio ravvicinato del 10 luglio
Keystone
Ecco le prime immagini della macchia rossa di Giove
Sono arrivate a Terra le prime immagini della macchia rossa di Giove riprese dalla sonda Juno dell'agenzia spaziale statunitense (Nasa) durante il passaggio ravvicinato del 10 luglio

NEW YORK - La più grande tempesta del Sistema Solare non era mai stata osservata con questo dettaglio. Le immagini, catturate dalla distanza di 9000 chilometri, mostrano un groviglio di nubi che sembrano di velluto rosso e potranno aiutare a comprendere che cosa alimenti questa gigantesca tempesta che è più ampia della Terra, 1,3 volte più grande.

Pubblicate sul sito della missione, le foto sono state riprese dallo strumento JunoCam e sono state elaborate anche con il contributo dei cittadini su invito della Nasa.

«Sono le migliori immagini mai ottenute di questa tempesta», ha rilevato Scott Bolton, responsabile della missione Juno presso il Southwest Research Institute di San Antonio. Durante l'avvicinamento sono entrati in funzione tutti gli otto strumenti a bordo della sonda, compresi i due italiani realizzati con il supporto e il coordinamento dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), la camera a infrarossi Jiram e l'esperimento di radioscienza KaT.

«Ci vorrà un po' di tempo per analizzare tutti i dati ma ci aiuteranno a fare luce su passato, presente e futuro della grande macchia rossa di Giove», ha detto Bolton.

La tempesta viene monitorata dal 1830 e probabilmente esiste da più di 350 anni. Nonostante le osservazioni a lungo termine da telescopi a terra e dallo spazio, e dalle sonde che si sono avvicinate a Giove come Voyager e Galileo, ancora non è chiaro che cosa alimenti questo gigantesco anticiclone (dai venti che superano i 600 chilometri orari), come funzioni e addirittura cosa sia la fonte della sua tonalità rossastra.

Allo stesso tempo nessuno sa perché la macchia si sia ridotta negli ultimi decenni e abbia cambiato forma, diventando più circolare. È la tempesta più grande, più feroce e più longeva del Sistema Solare quindi, ha rilevato Bolton, «è molto diversa da qualsiasi altra cosa che abbiamo mai studiato».

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