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ITALIAMusei: "no" del TAR a direttori «non italiani»

25.05.17 - 12:30
Franceschini: «Non ho parole». I sostenitori di una sorta di “preferenza indigena” erano insorti contro queste nomine
Musei: "no" del TAR a direttori «non italiani»
Franceschini: «Non ho parole». I sostenitori di una sorta di “preferenza indigena” erano insorti contro queste nomine

ROMA - Due anni fa, la nomina di sette stranieri alla guida di altrettanti importanti “super musei” italiani aveva fatto strepitare molti nel Bel Paese. Il ministro dei Beni culturali «umilia gli italiani», s’infuriava Vittorio Sgarbi. «Franceschini è un nemico dell’italianità», inveiva la Lega Nord (sic!). «È un triste spettacolo», denunciavano i 5 Stelle.

Ora il Tribunale amministrativo del Lazio (TAR) ha dato ragione ai difensori di quella sorta di “preferenza indigena” e annullato cinque delle 20 nomine totali concluse nel 2015. In una sentenza di cui dà notizia il Sole 24 Ore, infatti, la corte stabilisce che il bando che ha portato alla nomina di quei direttori «non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani» perché non ci sono deroghe che permettano al Ministero dei beni culturali di assumere dirigenti pubblici stranieri (da notare, però, che i direttori stranieri toccati da questa sentenza sono tedeschi e, quindi, cittadini dell’Unione europea).

L’origine dei candidati selezionati non è tuttavia l’unico motivo (e nemmeno il principale) per cui queste nomine sono state cancellate. Il TAR ritiene infatti che la selezione sia stata guidata da criteri dalla natura «magmatica» che non permettevano di «comprendere il reale punteggio attribuito a ciascun candidato» ammesso al colloquio finale. La corte, infine, ha bocciato la scelta di condurre questi incontri a porte chiuse.

«Non ho parole ed è meglio», ha commentato via Twitter il ministro dei Beni e delle attività culturali italiano, Dario Franceschini, che ha sottolineato come i nuovi direttori abbiano permesso in soli due anni un miglioramento dei risultati delle strutture a loro assegnate (progressione peraltro confermata dai numeri dei visitatori, in aumento soprattutto nel 2016). Come riporta Adkronos, il ministero ha annunciato di voler fare ricorso al Consiglio di Stato (un organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione). 

A presentare ricorso sono stati due candidati scartati che avevano sostenuto il concorso per più musei. Le nomine da loro contestate sono quelle di Palazzo Ducale di Mantova (andato al tedesco Peter Assmann), della Galleria Estense di Modena (andata, questa, all’italiana Martina Bagnoli), del Parco archeologico di Paestum (al tedesco Gabriel Zuchtriegel) e dei Musei archeologici nazionali di Taranto, Napoli e Reggio Calabria (andati a direttori italiani).             

 

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COMMENTI
 

dudo 6 anni fa su tio
Se lo facciamo noi però...... Apriti cielo.....siamo razzisti....mah.....

roma 6 anni fa su tio
...loro possono, noi in Ticino...NO.
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