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REGNO UNITO Rifiuta di mettere tacchi, receptionist a casa senza paga

11.05.16 - 22:14
«Una donna deve avere il diritto di decidere se indossare i tacchi oppure no, in base a quello che è più comodo o pratico rispetto alla mansione che deve svolgere»
Rifiuta di mettere tacchi, receptionist a casa senza paga
«Una donna deve avere il diritto di decidere se indossare i tacchi oppure no, in base a quello che è più comodo o pratico rispetto alla mansione che deve svolgere»

LONDRA - Si rifiuta di mettere le scarpe con i tacchi e al suo primo giorno di lavoro a Londra come receptionist presso Pwc (PricewaterhouseCoopers), una delle più grandi aziende di revisioni del mondo, viene mandata a casa. Senza paga.

La protagonista dell'incresciosa vicenda - Nicola Thorp, 27 anni - non si è data per vinta e, per evitare che altre donne subiscano in futuro una simile discriminazione, ha promosso una petizione in Parlamento per modificare la legge vigente. Sia dichiarato "illegale da parte delle aziende richiedere che le donne indossino scarpe con i tacchi alti", è quanto propone la giovane receptionist. In un batter d'occhio sono arrivate 10mila adesioni.

"Appena giunta sul posto di lavoro mi hanno chiesto di andare a comprare delle scarpe con un tacco di 10 centimetri, oppure di tornarmene a casa" dicendomi che "le scarpe basse non fanno parte del loro dress code (codice di abbigliamento, ndr) per le donne", ha raccontato Nicole alla BBC. "Quando ho replicato che ai miei colleghi uomini era consentito indossare scarpe basse, mi hanno deriso".

"Una donna deve avere il diritto di decidere se indossare i tacchi oppure no, in base a quello che è più comodo o pratico rispetto alla mansione che deve svolgere", ha detto Nicole il cui compito, in base al contratto temporaneo esterno, era quello, per nove ore consecutive, di accompagnare i clienti nelle sale riunioni.

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