Secondo il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov gli autori dello scoop sono agenti degli Stati Uniti
MOSCA - Gli autori di queste inchieste «inventano ciò che scrivono», siamo dispiaciuti dalla qualità delle indagini «sui presunti legami» del circolo del presidente e tutte queste montature si spiegano con l'alto livello di 'putinofobia' raggiunto fuori dalla Russia. Così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalle agenzie a proposito dei Panama Papers.
Secondo Peskov non c'è dubbio che, sebbene altri leader mondiali siano stati coinvolti nello scoop il «vero obiettivo» era il presidente russo Vladimir Putin.
«A Mosca sappiamo bene chi fa parte di questa cosiddetta comunità giornalistica, ci sono molto giornalisti la cui occupazione principale non è il giornalismo, ci sono molti ex rappresentanti del Dipartimento di Stato, Cia e altri servizi speciali», ha aggiunto Peskov. «In Russia - continua - si sa chi finanzia questi giornalisti e la loro metodica è abbastanza prevedibile».
Il Cremlino prevede in futuro altri «attacchi mediatici» al presidente Vladimir Putin e giudica l'inchiesta Panama Papers un modo per attaccare «la stabilità del paese». Secondo il portavoce Peskov, si è reso necessario denigrare Putin in seguito ai «successi dell'esercito russo in Siria e alla liberazione di Palmira, passata sotto silenzio dai media occidentali».
Il Cremlino non intende rispondere alle accuse contenute nei Panama Papers con azioni legali perché l'inchiesta si basa su «speculazioni intorno al presidente», ha detto ancora Peskov.
Sparute proteste a Mosca - Si registrano sparute azioni di protesta a Mosca dopo la pubblicazione dei Panama Papers. Singoli manifestanti - che si muovono da soli così da evitare le recenti disposizioni sugli assembramenti e dunque possibili fermi - sono apparsi in diversi luoghi chiave della città come l'ingresso del Parlamento (Duma) o la piazza rossa, davanti al Cremlino.
In tutto si tratta di nemmeno 10 persone, legate a quanto pare al movimento 'Progresso' fondato da Alexei Navalni. Le foto dei manifestanti con i cartelli di protesta - che chiedono l'impeachment per Putin - sono state diffuse sui social network da account legati al blogger e capo del fondo anti-corruzione.