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Dal MondoINCHIESTA: Clamoroso rapporto, Parigi ci ha preso in giro sull’effetto Chernobyl

02.03.02 - 21:41
Per 16 anni tenuta nascosta la verità sui reali dati di contaminazione da Cesio 137 per “far piacere” al Governo Chirac. Secondo un rapporto scientifico scoperto recentemente, nella zona tra il lago Maggiore e il lago di Como si arriva fino a 60-66 mila bq/m2, nel Lecchese e Valtellinese 40-60 mila bq/m2 e al Nord di Milano con 60 mila bq/m2. Il limite consentito ai tempi di Cernobyl era solo 500 bequerel al metro quadrato. La nota di un alto dirigente del Ministero dell’Interno rivela che i dati sulla radi
INCHIESTA: Clamoroso rapporto, Parigi ci ha preso in giro sull’effetto Chernobyl
Per 16 anni tenuta nascosta la verità sui reali dati di contaminazione da Cesio 137 per “far piacere” al Governo Chirac. Secondo un rapporto scientifico scoperto recentemente, nella zona tra il lago Maggiore e il lago di Como si arriva fino a 60-66 mila bq/m2, nel Lecchese e Valtellinese 40-60 mila bq/m2 e al Nord di Milano con 60 mila bq/m2. Il limite consentito ai tempi di Cernobyl era solo 500 bequerel al metro quadrato. La nota di un alto dirigente del Ministero dell’Interno rivela che i dati sulla radi
COMO –Vergogna delle vergogne: presi in giro per anni sulla contaminazione del territorio Insubrico dopo la fuga radioattiva di Cernobyl avvenuta 16 anni fa. Per anni da Parigi hanno rassicurato che non vi erano reali pericoli ma pare, invece, che sia vero il contrario. Lo si desume scorrendo i dati diffusi da un laboratorio indipendente francese riguardanti proprio il livello di radioattività ancora presente nell’arco alpino italiano, e quindi in tutto il territorio compreso fra le province di Como, Sondrio, Varese. Ma anche di Lecco e del Canton Ticino. Era il 26 aprile del 1986 quando dalla centrale nucleare dell’Ucraina si sollevò un’enorme nube radioattiva che andò a contaminare nel giro di poche ore centinaia di chilometri quadrati vagando poi nel resto d’Europa. E per anni da Parigi, e non solo da là, a dirci: “Non abbiate alcun timore”. Bugie. A 16 anni di distanza cominciano a venire a galla le prime amare verità e ora il Governo francese dell’epoca, guidato da Jacques Chirac, viene accusato di aver nascosto i reali dati sulla contaminazione per proteggere il mercato nucleare interno, continuando a autorizzare il consumo di latte e prodotti freschi anche se l’Italia aveva da subito adottato le necessarie misure precauzionali per gli alti livelli di contaminazione vicino alle Alpi che ancor oggi richiedono molta vigilanza. La “Criirad”, un’associazione di geologi e cittadini nata a Valence, in Francia, ha pubblicato un corposo documento intitolato “Contaminazione dei suoli in Europa” in cui viene disegnata una carta geografica allarmante dei livelli di “Cesio 137”, il più pericoloso dei materiali radioattivi presente ancora nei suoli. L’arco alpino è il più colpito a causa delle alture e della presenza di neve e ai tempi della contaminazione funzionò come “divulgatore” della radioattività. Stando a quel rapporto, fra le zone più colpite, troviamo quella tra il lago Maggiore e il lago di Como e Ticino dove si arriva fino a 60-66 mila bq/m2 (bequerel per metro quadrato), quella a Nord di Bergamo fino a Sondrio (e quindi anche il Lecchese) con 40-60 mila bq/m2 e quella a Nord di Milano con 60 mila bq/m2. Il limite consentito ai tempi di Cernobyl era solo 500 bequerel al metro quadrato. “Ma attenzione a giudicare i dati – spiega la Direttrice del ‘Criirad’, Corinne Castanier –. Subito dopo lo scoppio del reattore di Cernobyl, la radioattività aveva colpito piante, alimenti freschi, latte. Occorreva quindi diminuire al massimo il livello di pericolo. Oggi l’alta contaminazione ancora presente nelle vostre regioni è ben radicata nei suoli e, tranne alcune eccezioni, non passa nelle piante. Le eccezioni riguardano soprattutto i funghi, parassiti capaci di aspirare in profondità nella terra. Bisogna fare molta attenzione - continua Corinne Castanier - per chi consuma grandi quantità di funghi, perché potrebbero essere altamente radioattivi”. Ma le verità sull’effetto Cernobyl in Francia sono molto più inquietanti e indirettamente colpiscono anche il territorio della Regio Insubria. Dopo la denuncia della “Criirad” alle Autorità giudiziarie per le presunte responsabilità del Governo Chirac, sono iniziate perquisizioni in vari Ministeri e alcuni funzionari dell’epoca avrebbero anche vuotato il sacco. La nota di un alto dirigente del Ministero dell’Interno rivela che “i reali dati sulla radioattività erano conosciuti, ma non si potevano divulgare”. E in un documento dell’88, due anni dopo l’incidente, lo stesso Chirac si felicitava per aver convinto con successo “una minoranza di Paesi europei ad appoggiarlo nel far valere gli interessi della Francia”, cioè il mantenimento di limiti non troppo bassi per contaminazione. Sembrerebbe anche, ma tutto deve ancora passare al vaglio dei Giudici, che il Governo francese abbia fatto molte pressioni sulla Commissione europea affinché l’Italia togliesse il divieto di consumo dei prodotti freschi, compresi quelli provenienti dalla Francia, perché questo veto rappresentata un grave danno, così lamentavano all’epoca a Parigi, per le esportazioni di yogurt e latte d’Oltralpe. E anche, probabilmente, per l’immagine di un Paese, la Francia, che produce il 75% della sua elettricità con l’energia nucleare.

di Bob Decker

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