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Dal MondoREGIO INSUBRIA: Suora uccisa: "Volevamo ammazzare un religioso qualsiasi per ingannare il tempo".

29.06.00 - 13:35
Confermato questa mattina a Sondrio l'arresto di 3 17enni della Valchiavenna accusate i omicidio volontario premeditato. Le giovani assassine hanno ceduto questa notte. Rispunta l'ombra del satanismo.
REGIO INSUBRIA: Suora uccisa: "Volevamo ammazzare un religioso qualsiasi per ingannare il tempo".
Confermato questa mattina a Sondrio l'arresto di 3 17enni della Valchiavenna accusate i omicidio volontario premeditato. Le giovani assassine hanno ceduto questa notte. Rispunta l'ombra del satanismo.
CHIAVENNA. “Non volevamo uccidere Suor Maria Laura ma soltanto un religioso qualsiasi per “ammazzare il tempo”. E’ questa l’agghiacciante ammissione delle 3 ragazzine che al termine di un lungo ed estenuante interrogatorio hanno confessato di aver assassinato la Madre Superiora del Convento dell’Immacolata di Chiavenna la notte del 6 giugno scorso. Lo stesso Procuratore Capo di Sondrio che ha coordinato la delicatissima inchiesta, denominata “Raggio di Luce”, è apparso scosso nel corso della conferenza stampa svoltasi questa mattina a Sondrio per fare il punto della situazione, confermando cosi’, quasi in toto la versione già riferitavi dalla nostra redazione sin dalla tarda serata di ieri. Una conferenza stampa affollatissima iniziata alle 11.00 alla presenza del pool di Magistrati che per 22 giorni ha lavorato ad “ampio ventaglio” per risolvere il giallo. 5 Magistrati in tutto: il Procuratore Capo, Gianfranco Avella, i suoi sostituti Luisa Russo, Anna Ferrari e Michela Guidi e il Magistrato dei Minori di Milano, Maria Cristina Rota che già segue i due omicidi avvenuti nel Comasco (quello del bimbo albanese di Mariano Comense e quello di Albavilla). 40 gli uomini che, giorno e notte, al comando del Tenente Colonnello Luigi Verda del Comando Provinciale dei Carabinieri di Sondrio, affiancati dal Reparto Operativo di Milano, hanno lavorato mettendo assieme i piccolissimi tasselli di un puzzle molto complicato. Tanto che per ben tre volte gli inquirenti hanno dovuto ripartire da zero perché le piste seguite si erano rivelate sbagliate. Poi ad inizio settimana la svolta. Proprio quando l’avvocato, Michele Cervati di Colico, che cura gli interessi dei famigliari della religiosa, aveva lanciato un appello al silenzio stampa promettendo grossi sviluppi nel giro di pochi giorni. E, infatti, proprio una settimana fa gli investigatori hanno individuato quel “raggio di luce” che ha illuminato la tortuosa strada delle indagini. Ed è stato quando hanno avuto la conferma i quanto avevano raccontato alcuni testimoni, che da quel giorno hanno vissuto sotto protezione. La conferma di quelle tre ragazzine notate il giorno precedente l’omicidio passeggiare lungo la stradina che dal Convento di Suor Maria Laura porta al parco delle “Marmitte dei Giganti” dove la religiosa 61enne la notte successiva trovo’ la morte, accoltellata 19 volte e sfregiata. E in quegli orribili minuti sarebbero riecheggiate frasi da brivido del tipo “Muori bastarda”. E tutto questo per “ingannare il tempo”. Per colpire un religioso. La 61enne originaria di Tartano, insomma, è stata attirata in trappola non per chi era ma per quello che rappresentava: la religione. Un aspetto questo che ha portato subito ad una domanda precisa: possibile che le ragazzine, tutte 17enni, siano state “manipolate” da una setta satanica? “Non ci sono assolutamente elementi tali da poter suffragare questa ipotesi – ha detto il Procuratore Capo, Gianfranco Avella -. E allo stato attuale si esclude il coinvolgimento di altre persone, anche se quella del satanismo è una supposizione non certo scartata”. Ieri, poi, la svolta decisiva. Le tre giovani (2 residenti a Chiavenna e una in un paesino della zona) sono state convocate nella piccola caserma di Novate Mezzola dove erano attese dai Magistrati che le hanno interrogate dalle 16.00 alle 24.00. Una dopo l’altra, dopo aver fatto inizialmente scena muta, hanno ceduto raccontando lo sconvolgente retroscena. “Una di loro – ha spiegato Avella – quando è arrivata in Caserma – era tranquillissima e serena, come nulla fosse. Siamo rimasti tutti allibiti, compresa la pedagogista che ha assistito all’interrogatorio. Due di loro hanno tentato a lungo di negare le loro responsabilità fornendo un alibi che è ben presto naufragato”. Cosi’ come era naufragata quasi subito la versione della ragazza rimasta incinta dopo uno stupro e che aveva chiesto aiuto a Suor Maria Laura. Gli investigatori dopo una decina di giorni hanno capito che era una balla bella e buona. Chi delle tre si incarico’ di telefonare al Convento dell’Immacolata racconto’ quella bugia per meglio attirare in trappola la religiosa che apparteneva alla Congregazione della “Croce di Sant’Andrea”, con sede generale in Italia a Roma. E lei, Suor Maria Laura, è caduta nel tranello spinta dall’innato senso di altruismo che da sempre l’aveva accompagnata facendosi, cosi’, amara da tutta la Valle. Lei era sempre in prima linea per dare una mano ai disperati. Ecco perché quella richiesta di aiuto giunta da una ragazzina, che per di piu’ conosceva, l’ha spinta ad accettare l’incontro alle 10 e mezza di sera in un luogo cosi’ inusuale. Prima di uscire dal Convento telefono’ al parroco del paese spiegandogli ogni cosa. Sulla scorta proprio del racconto del sacerdote le indagini si erano orientate nella ricerca di una ragazza incinta. Passati al setaccio tutti gli ospedali e ginecologi della Valtellina e delle provincie circostanti, gli investigatori hanno capito che quella era la strada sbagliata riuscendo cosi’ a non perdere quell’attimo sfuggente per chiudere il cerchio. Per arrivare alle tre 17enni che ora devono rispondere della pesantissima accusa di omicidio volontario premeditato. Quella contestata alla presenza degli avvocati difensori d’ufficio Mario Zuccoli di Morbegno, Franco Del Curto e Silvia Bertola di Chiavenna. Di loro ora se ne occuperà la Procura dei Minori di Milano e il Magistrato Cristina Rota dovrà decidere se chiedere la convalida del fermo e una misura restrittiva della libertà con la detenzione nel carcere minorile del “Beccaria” di Milano, oppure se chiedere una misura coercitiva meno pesante come gli arresti domiciliari. Il loro futuro, in ogni caso è segnato, cosi’ come segnato è quello delle loro famiglie oggi disperate alla luce del terribile gesto delle figlie. Famiglie perbene, senza mai aver avuto problemi con la Giustizia o di tossicodipendenza. Gente normale che ora è a pezzi per quella sconvolgente motivazione che le tre ragazzine hanno fornito nella loro confessione: “Abbiamo ucciso Suor Maria Laura con 19 coltellate perché volevamo far fuori un religioso qualsiasi. Il primo che capitava. La scelta su Suor Maria Laura è stata perché lei era una preda facile e cosi’ abbiamo potuto “ammazzare” la noia”.
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