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Dal MondoCOMO: Cleopatra, Opera Hi-Tech

04.12.01 - 15:08
Cantata lirica di Hector Berlioz nell’esecuzione con orchestra virtuale. Trascrizione elettronica del suono tramite software e visualizzazione su schermo della partitura elettronica. Appuntamento Lunedì prossimo presso la sede dell’Unione Industriali
COMO: Cleopatra, Opera Hi-Tech
Cantata lirica di Hector Berlioz nell’esecuzione con orchestra virtuale. Trascrizione elettronica del suono tramite software e visualizzazione su schermo della partitura elettronica. Appuntamento Lunedì prossimo presso la sede dell’Unione Industriali
COMO –L’Opera Cleopatra nella versione inedita Hi-Tech è stata eseguita con grande successo sulla terrazza della rinata Biblioteca di Alessandria d’Egitto il 14 settembre scorso in occasione del “Festival Alexandriana” proposto nell’ambito del progetto realizzato con il sostegno dell’Unione Europea-Programma Cultura 2000, in collaborazione con “Cemat-Italia”. Si tratta di una versione particolarmente interessante e che verrà proposta lunedì 10 dicembre alle 21.00 su iniziativa del “Comitato Bonaventura” nella Sala conferenze dell’Unione Industriali, in Via Raimondi. Como. L’ingresso è esclusivamente ad invito. Il concerto sarà preceduto da una conferenza introduttiva sui nuovi sistemi di campionatura del suono. Relatore sarà il Dott. Giuseppe Di Giugno

CENNI STORICI

La rivoluzione tecnologica in campo musicale è iniziata lentamente dopo l’ultima guerra mondiale (dai primi tentativi di musica elettroacustica alla computer music), modificando il modo di pensare, comporre, eseguire e ascoltare musica. La tecnologia è venuta in aiuto al musicista innovatore, permettendogli di realizzare a suo piacimento un’infinità di timbri e di strutture sonore. Tuttavia gli strumenti elettronici iniziali non consentivano la variazione dei parametri sonori in modo rapido, efficiente e riproducibile. Queste difficoltà vennero superate alla fine degli anni ’60. Durante gli anni ’70 ci fu una frenetica corsa tecnologica in vari laboratori europei ed americani per realizzare un calcolatore talmente veloce da realizzare i suoni digitali in tempo reale. Agli inizi degli anni’ 70 esistevano infatti sostanzialmente due metodi per le composizioni musicali che utilizzavano tecnologie elettroniche: i sintetizzatori analogici e i calcolatori digitali. I sintetizzatori analogici permettevano di produrre i suoni in tempo reale ed erano quindi strumenti utilizzabili dal vivo live in un concerto, ma d’altro canto avevano due limitazioni: scarsità timbrica e limitata polifonia. D’altra parte i calcolatori digitali consentivano una polifonia illimitata, ma il suono non poteva essere prodotto in tempo reale. Il primo sistema (4A) funzionante fu realizzato da Giuseppe Di Giugno, da un’idea di Luciano Berio, all’Istituto di Fisica dell’Università di Napoli e presentato al Convegno Internazionale di Computer Music a Boston nel 1975. Questo sistema con polifonia 256 interamente digitale diede l’avvio alla corsa verso il Mondo Sonoro Digitale. L’I.R.C.A.M. a Parigi, investì molte risorse in queste ricerche e nel 1980 fu realizzata interamente da ricercatori italiani e nacque la Macchina 4X che è stata negli ultimi vent’anni il modello trainante per tutte le ricerche nel campo dell’audio digitale. Questa ricerca si spostò dall’I.R.C.A.M. all’Italia nel 1988 con la fondazione del centro di ricerca I.R.I.S.. In questo centro seguendo la linea di pensiero della 4X vennero realizzati due sistemi di alta avanguardia tecnologica, “MARS” e “SMART” sfruttando le nuove tecnologie dei microprocessori. Questi due sistemi sono stati ampiamente utilizzati negli anni’ 90 da Luciano Berio e da numerosi compositori italiani ed europei. Parallelamente si sono sviluppate nel tempo nuove macchine del suono e oggi esistono sul mercato diverse tipologie per la produzione musicale. Il “.C.E.M.A.T.” da tre anni è impegnato in un progetto europeo con numerosi ricercatori e musicisti; progetto ambizioso il cui pre-studio (Macchina del Duemila) terminato nel 1999 porterà nei prossimi anni ad un prototipo per la composizione musicale che tenga conto di tutti gli ultimi e futuri progressi nel campo delle nuovissime sofisticate tecnologie sia nel campo hardware che software. Attualmente in Italia esistono parecchi centri di ricerca nel campo della musica informatica musicale che continuano a portare avanti in tutto il mondo il pensiero scientifico e musicale italiano.

L’INFORMATICA E LA CREAZIONE MUSICALE OGGI

L’informatica oggi è una necessità irrevocabile per la creazione musicale. Il metodo che viene utilizzato per la sintesi del suono è la tecnica del campionamento dei suoni inventata ormai da decenni, fino ad ora intensamente utilizzata più che altro nella musica commerciale o per il cinema; a quanto pare pochissimo o quasi per niente utilizzata in Italia per l’uso nella musica classica o per la didattica musicale nei conservatori. Dal punto di vista tecnico viene utilizzata una vasta library di piccoli suoni di breve durata (qualche secondo) dei vari strumenti dell’orchestra; questi piccoli suoni, con opportuni programmi chiamati Sequenzers vengono organizzati in spartiti precedentemente immessi nel calcolatore. Di anno in anno si assiste ad un rapido miglioramento della qualità sonora dovuto al progressivo aumento della potenza del calcolo e di memoria dei calcolatori. Le possibilità di scelta sono oggi ricchissime. Ad esempio per i suoni di violino sono disponibili centinaia di suoni anche per una sola nota (campionature di legati, pizzicati, vibrati, con tremolo, ecc…). L’abilità e la bravura dell’interprete informatico e del musicista sta nello scegliere in questa “tavolozza di suoni” quelli più appropriati ad ogni singola nota dello spartito. Il prodotto finale è un file che può essere istantaneamente modificato in tutti i modi (tonalità, tempo, respiri, assegnazione degli strumenti alle varie parti musicali, dinamica, etc…) e che resta quindi flessibile al gesto o al percorso del musicista. Esso rappresenta, per funzioni didattiche, un utilissimo mezzo di lavoro anche per gli studenti di composizione: immettendo il loro spartito nel computer e lavorando alla scelta di ogni situazione timbrica hanno un’idea molto verosimile del risultato finale. Un altro punto interessante è che, data la grandissima rassomiglianza timbrica con gli strumenti tradizionali, questo sistema ben si presta all’esecuzione di piccole opere in cui l’orchestra è sostituita da un calcolatore e la parte solistica è realizzata dal vivo: un ottimo meccanismo per rendere fruibili a più livelli di ascolto, opere che altrimenti non potrebbero essere presentate in spazi troppo piccoli (sale da concerto, piccoli teatri con non sufficiente fossa orchestrale) o per l’alto costo dell’intera esecuzione dal vivo. E in questo è preziosa l’esperienza della “Mort de Cleopatre” di Berlioz, nata da un’idea di Italo Gòmez e messa in pratica da Maurizio Sansone, che segna un confine di razionalità nell’uso di un mezzo sinora poco indagato ai fini della musica classica.

Soprano: Elizabeth Garnier

Esperto audiologico: Maurizio Sansone

Assistente informatico: Carlo Di Giugno

Concertazione e direzione musicale: Pierangelo Gelmini

Coordinamento drammaturgico: Elisabetta Brusa

Direzione scientifica: Giuseppe Di Giugno

Direzione artistica: Italo Gòmez

di Bob Decker

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