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CINAUna famiglia denuncia un sito di chat per il suicidio del figlio

25.10.10 - 10:32
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Una famiglia denuncia un sito di chat per il suicidio del figlio

PECHINO -  I genitori di un ragazzo che si è suicidato hanno denunciato il proprietario di 'QQ', il più popolare servizio di chat su internet in Cina, la Tencent Holdings Ltd, per non aver bloccato i messaggi nei quali Fan, il figlio ventenne, ed un amico pianificavano il suicidio. Lo riferisce il China Daily.

Il processo, cominciato pochi giorni fa in un tribunale della provincia dello Zhejiang, vede come imputato, oltre alla Tencent, anche un giovane di nome Zhang, accusato di aver spinto il figlio al suicidio, che i due avrebbero dovuto originariamente commettere insieme. La Tencent invece è accusata di non aver capito la pericolosità di quei messaggi online e quindi di non aver fatto nulla per prevenire la morte del ragazzo.

Secondo la ricostruzione riportata dalla stampa locale, all'inizio dello scorso mese di giugno Fan entrò in contatto attraverso il servizio chat del sito 'QQ' con un ragazzo di nome Zhang e i due avrebbero cominciato a parlare insistentemente della volontà di suicidarsi insieme. Il 22 giugno i due si diedero appuntamento alla stazione, poi andarono a comprare alcol, un braciere e del carbone. Presero poi una stanza in un albergo. Il piano era quello di sigillare completamente la stanza utilizzando del nastro adesivo per evitare che entrasse aria e quindi lasciarsi morire inalando il monossido di carbonio.

Zhang tuttavia, dopo poco se n'era andato, non dando seguito al proposito suicida mentre Fan aveva insistito per restare. Solo molte ore dopo Zhang aveva chiamato la reception dell'hotel, allertando su quanto stava accadendo nella stanza. Ma ormai era tardi.

La famiglia di Fan accusa l'amico di non aver dato subito l'allarme, lasciandolo così morire. La Tancent si difende sostenendo di non essere responsabile per la morte del ragazzo. I legali della compagnia hanno infatti fatto notare che la QQ, che ha oltre 500 milioni di utenti, è un servizio di comunicazione individuale e che è praticamente impossibile monitorare o supervisionare tutte le conversazioni.

La famiglia del ragazzo morto, che ha chiesto un risarcimento danni di 279,028 yuan (circa 42.000 dollari), ha dichiarato di essere consapevole che purtroppo non sembrano esistere precedenti giudiziari ma di avere comunque l'intenzione di andare avanti anche con la speranza di scuotere l'opinione pubblica aumentando la consapevolezza sul tema della sicurezza di internet specie per i giovani.

Nel marzo del 2010 altri due ragazzi, entrambi ventiquattrenni, si erano suicidati in un hotel nello stesso distretto in cui abitava Fan, dopo aver programmato la loro morte online. In maggio altri tre a Taizhou, sempre nello Zhejiang, tentarono di suicidarsi insieme dopo aver avuto una discussione online sul suicidio. Due di loro morirono.

ATS

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