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ITALIAFame nel mondo, vertice senza i paesi ricchi

16.11.09 - 13:21
Papa Benedetto XVI: "Vergogna di un mondo che di fronte alla fame non nasconde opulenza e sprechi". Berlusconi racconta barzellette
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Fame nel mondo, vertice senza i paesi ricchi
Papa Benedetto XVI: "Vergogna di un mondo che di fronte alla fame non nasconde opulenza e sprechi". Berlusconi racconta barzellette

ROMA - Un nuovo impegno politico alla presenza di papa Ratzinger ma nessun fondo aggiuntivo per combattere la fame nel mondo. Il vertice Fao sulla sicurezza alimentare che si è aperto oggi a Roma sembra avere un finale già scritto nelle conclusioni approvate in mattinata. Si rischia il nulla di fatto, malgrado il monito di papa Benedetto XVI che alla platea di capi di Stato e di governo sottolinea la vergogna di un mondo che di fronte alla fame non nasconde "opulenza e sprechi".

Berlusconi "padrone di casa" - A Roma si è aperto oggi un vertice della Fao, l'organizzazione dell'Onu che combatte la fame nel mondo, che evidenzia un dato sconfortante: il club dei Paesi ricchi, ovvero l'Occidente che dovrebbe aiutare, si nota solo per la sua assenza. L'unico leader G8 a partecipare è il premier Silvio Berlusconi, impegnato come 'padrone di casa' a presiedere i lavori del summit.

L'intervento di Papa Benedetto XVI - Il numero delle persone che soffrono la fame sta subendo una "drammatica crescita" - ha ammonito il papa nel suo intervento - nonostante la terra sia in grado di "nutrire a sufficienza tutti i suoi abitanti". E questo dimostra come non vi sia alcuna relazione di "causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame", ha detto Ratzinger, che ha indicato "nell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, nella diminuzione di disponibilità economiche delle popolazioni più povere e nel limitato accesso al cibo" le cause della fame.

44 miliardi di dollari per combattere la fame - Nei giorni scorsi il direttore generale della Fao Jacques Diouf aveva quantificato in 44 miliardi di dollari all'anno i soldi necessari per rispettare l'impegno di dimezzare entro il 2015 il miliardo di affamati. Obiettivo che viene riconfermato nel documento finale, senza però che sia indicata nessuna cifra. A denunciare l'incongruenza ci ha pensato prima di tutti il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Manca una chiara indicazione dell'impegno finanziario. Una mancanza - ha sottolineato - a cui si deve porre rimedio". Da parte sua il premier italiano Silvio Berlusconi ha sottolineato invece come sia arrivato il momento di "decidere le date e le modalità" di versamento dei 20 miliardi di dollari contro la povertà promessi al G8 dell'Aquila per i prossimi tre anni. Individuando nella lotta alla speculazione una delle strade da percorrere per sradicare la fame e la povertà.

Gheddafi: "Non vogliamo l'elemosina" - Ma oltre le parole, sembra che il vertice non riesca ad andare. Tanto che il leader libico Muammar Gheddafi - una delle 'star' del vertice - in un discorso insolitamente breve ha denunciato "le ipocrisie, le frodi e le contraddizioni" delle ex potenze coloniali, che hanno saccheggiato le risorse di interi continenti come l'Africa e l'Asia causando fame e disperazione. "Ora ci devono ricompensare - ha detto il colonnello -. Non chiediamo l'elemosina, ma rivendichiamo un nostro diritto".

Cinque principi per combattere la fame - Il documento finale approvato stamani per acclamazione prevede cinque azioni da mettere in campo per combattere la fame e chiede ai governi di assicurare ai Paesi in via di sviluppo i soldi promessi. I cosiddetti '5 Principi di Roma' indicati nel testo prevedono di investire nei programmi di sviluppo rurale predisposti dai singoli governi. Altra priorità indicata è la necessità di implementare il coordinamento strategico a livello nazionale, regionale e globale per migliorare la governance e promuovere una migliore collocazione delle risorse. Risorse però che latitano.

Berlusconi racconta barzellette - Berlusconi racconta barzelletta su Marx Gag, battute e persino una barzelletta su Marx. Silvio Berlusconi, nel presiedere i lavori del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, resta fedele a quella che lui stesso ha ribattezzato la 'diplomazia del cucù', con riferimento allo scherzo che fece qualche tempo fa al cancelliere tedesco Angela Merkel in una bilaterale a Trieste. Appena nominato presidente del vertice, il presidente del Consiglio ha subito iniziato a scherzare. Nel leggere la lunga lista di vicepresidenti delle varie commissioni, Berlusconi si accorge che manca un nome e subito si rivolge, in tono scherzoso, ai delegati: "Propongo le dimissioni del direttore generale (Jacques Diouf, ndr) per questa grave mancanza". Poi, sempre riprendendo scherzosamente il senegalese che guida l'agenzia delle Nazioni Unite, il Cavaliere gli chiede di aiutarlo nel sostenere l'approvazione di una relazione: "Mi serve un applauso per l'approvazione, Diouf dia una mano alla presidenza e batta questo", gli dice indicando qualcosa sul podio.

Battute sui tempi di intervento - Ma è sulla durata degli interventi che Berlusconi punta per strappare qualche sorriso alla platea composta anche da capi di Stato e di governo. "Dobbiamo stabilire un tempo massimo per i relatori, tre minuti? Quattro minuti?", chiede ai delegati.

La barzelletta su Marx - Poi, inizia a raccontare una vecchia barzelletta: "Una volta Marx ritorna sulla Terra e chiede al Soviet di parlare per un mese. Il soviet si rifiuta e allora lui chiede di parlare per una settimana, poi un giorno, poi un'ora. Alla fine si accordano per tre minuti. Allora Marx andò in televisione e disse: 'Lavoratori di tutto il mondo, scusatemi'". Storiella che strappa sorrisi, ma soprattutto le risate di Diouf Il siparietto prosegue quando Berlusconi chiama sul podio il leader libico Muammar Gheddafi, noto per i suoi interminabili discorsi: "Naturalmente - dice sorridendo il premier italiano - cinque minuti per il colonnello Gheddafi mi sembrano una pia speranza, ma mi rivolgo a lui e alla sua benevolenza". Al termine dell'intervento, durato una decina di minuti scarsi, Berlusconi si complimenta con il colonnello alzandosi e stringendogli la mano. Poi, tornato al suo posto, commenta al microfono: "abbiamo registrato un record di brevità da parte del colonnello che resterà negli annali delle sue apparizioni nei vertici internazionali".

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