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Dal MondoCOMO: Crack delle assicurazioni, sotto inchiesta 3 imprenditori

02.08.01 - 19:07
Nel fallimento travolte anche agenzie a Como e Erba
COMO: Crack delle assicurazioni, sotto inchiesta 3 imprenditori
Nel fallimento travolte anche agenzie a Como e Erba
ERBA.

Sono pesanti le accuse che il Sostituto Bruno Cerchi della Procura di Padova contesta a tre imprenditori per il fallimento della compagnia di assicurazioni “Assimedia” che travolse nel crack anche le filiale di Como e di Erba con la conseguente cessione dell’attività assicurativa. Il Magistrato padovano contesta la bancarotta fraudolenta patrimoniale, le violazioni degli obblighi incombenti agli Amministratori e il falso in Bilancio a due Legali rappresentanti e ad un mandatario per la gestione della Compagna dichiarata fallita il 26 novembre del ’97. A rischio processo troviamo Ruggero Aniello, 56enne di Ponte Buggianese, Salvatore Mariniello, 61enne di Cesena; Fernando Fabretti, 54enne di Marconi. Per tutti e tre il P.M. Cerchi ha già chiesto il rinvio a giudizio contestando varie distrazioni di denaro e beni aziendali allo scopo di dissanguare le casse della Società imboscando tutto su conti correnti personali. In particolare a Mariniello è contestata una distrazione di oltre 407 milioni e la svendita delle agenzie assicurative di Como ed Erba. Deve anche rispondere di bancarotta fraudolenta documentale consistita in prelevamenti e versamenti bancari, giroconti per tamponare perdite di Esercizio, finanziamenti fittizi erogati a favore di Società collegate. Sempre a lui viene pure addebitato il falso nella redazione dei Bilanci '95 e '96 avendo indicato debiti inesistenti e la copertura di perdite dagli esercizi precedenti attraverso il ricorso a giroconti. Fabretti e Mariniello avrebbero anche venduto, senza corrispettivo, alla “Media Assicurazioni s.r.l.” l'agenzia assicurativa titolare dei mandati delle compagnie “Liguria assicurazioni” e “Liguria vita”, compagnia che tra il '94 e '95 avrebbero fruttato premi per 500 milioni. Infine ad Aniello viene contestato di essersi reso responsabile della sparizione di oltre 400 milioni e del reato di bancarotta fraudolenta documentale. In quest'ultimo caso per cancellare tracce di gestioni non corrette avrebbe tenuto i libri e le scritture contabili in modo tale da rendere difficile, se non impossibile, la ricostruzione del movimento degli affari, tra l'altro coprendo perdite di esercizio con un giro conto di 190 milioni. Nelle casse sociali, però, non sarebbe mai arrivato del danaro liquido.

di Bob Decker

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