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Dal MondoItalia: a Milano e a Genova attentati a caserme carabinieri

02.03.05 - 13:38
Italia: a Milano e a Genova attentati a caserme carabinieri

MILANO - Esplosioni a ripetizione ieri sera a Milano e a Genova nei pressi di caserme e stazioni dei carabinieri. Quattro in totale gli ordigni, tutti collocati nei contenitori dei rifiuti e fatti esplodere da inneschi a miccia che hanno provocato solo lievi danni ma che, potenzialmente, avrebbero anche potuto uccidere.

A Milano, in particolare, si è sfiorato il ferimento di un brigadiere, il capopattuglia di un equipaggio del nucleo radiomobile che, accorso sul posto della prima esplosione, in piazza papa Giovanni XXIII, si è trovato a pochi metri di distanza dalla campana di pesante materiale plastico nel quale era contenuto un secondo ordigno esploso 15 minuti dopo il primo, mentre il militare stava facendo i primi rilievi.

E non c'è dubbio che il bersaglio dell'attentato fosse l'Arma dei carabinieri. Infatti nella zona non ci sono altri edifici, al di fuori della caserma, la storica 'Montebello' che ospita una serie di uffici tra i quali il nucleo comando della Regione Carabinieri.

Gli ordigni usati dovevano essere, secondo i primi rilievi, bombe carta ma particolarmente potenti. La 'campana' di raccolta vetro, che è in metallo, quella della prima esplosione, è infatti saltata via come un tappo ed è rimasta intatta. L'altra, di materiale plastico, è stata invece completamente squarciata dalla seconda esplosione e le diverse decine di chili di carta l'hanno tenuta ancorata al suolo.

Gli altri due attentati sono stati compiuti ieri sera nel ponente genovese. Anche qui ordigni rudimentali, ma potenzialmente pericolosi, sono esplosi in cassonetti di rifiuti, vicino a due stazioni dei carabinieri, nei quartieri di Voltri e Prà, nel ponente della città. Il primo scoppio è accaduto a circa una cinquantina di metri della caserma dei carabinieri di Voltri. Qui è saltato in aria un cassonetto metallico. Lo scoppio ha proiettato il coperchio ad una decina di metri ed ha deformato l'intera struttura.

Vicino alla parte posteriore della caserma di Prà è scoppiato il secondo ordigno collocato in un bidone di plastica. Il contenitore è andato completamente distrutto. Le esplosioni hanno riportato alla memoria gli attentati dinamitardi compiuti davanti alla caserma della polizia di Sturla e davanti alla questura di Genova. Tuttavia al momento non sono emersi elementi che possano collegare gli episodi.

A Milano invece la memoria torna all'8 novembre scorso quando nella notte ci furono 3 esplosioni, una nei pressi di un'agenzia di lavoro interinale di Corso Lodi. La seconda esplosione si verificò a bordo di un camion dell'Amsa, l'azienda dei servizi ambientali, che aveva appena svuotato alcuni cassonetti nella zona di San Vittore. Venti minuti dopo esplose un terzo ordigno, ancora in un cassonetto nei pressi della casa circondariale. L'attentato contro l'agenzia interinale - e solo quello - fu poi rivendicato con un volantino da una sedicente 'Federazione anarchica informale, cellule insorgenti metropolitane'.

In contemporanea con gli attentati dinamitardi alle caserme dei carabinieri a Genova è stato appiccato il fuoco a quattro cassonetti in vari punti della città. Vicino a uno dei cassonetti, è stata ritrovata la scritta "Nadia libera, fuori gli sbirri dai quartieri", con i simboli della stella cerchiata e della falce e martello. Due dei contenitori sono stati bruciati vicino a commissariati di polizia. Gli attentati sono stati compiuti con liquido infiammabile.

Gli inquirenti genovesi sono convinti che gli episodi di Genova e Milano siano collegati. L'ipotesi più accreditata è quella di attentati anarchici in segno di solidarietà con i brigatisti rossi condannati ieri a Roma per l'omicidio D'Antona.

A sostegno della tesi del collegamento ci sono diversi elementi. In primo luogo la somiglianza degli ordigni, a basso potenziale, e la loro collocazione, in cassonetti della spazzatura presso caserme dei carabinieri. Le esplosioni di Genova e Milano sono avvenute più meno alla stessa ora, fra le 20 e le 21. Simile è anche la tecnica delle due esplosioni in successione, usata a Milano e alla caserma di Genova Prà. Una prima esplosione ha attirato i militari fuori. Quindi c'è stata la seconda, che avrebbe potuto ferire o uccidere i carabinieri intervenuti.

ATS
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