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Dal MondoIraq: liberati ostaggi società russa, ma Mosca lascia

13.04.04 - 13:11
Iraq: liberati ostaggi società russa, ma Mosca lascia

MOSCA - Tutti gli otto dipendenti della società russa Interenergoservices rapiti ieri a Baghdad sono stati liberati, stanno bene e sono già rientrati nelle loro case, hanno annunciato le autorità e fonti della compagnia a Mosca e a Baghdad. Ma Mosca ha annunciato che è pronta a evacuare tutti i suoi cittadini dal Paese arabo.

Il segretario del consiglio per la sicurezza nazionale Igor Ivanov ha precisato che piani di evacuazione sono stati già elaborati dal ministero degli Esteri e della protezione civile. La liberazione, secondo il ministero degli Esteri, è avvenuta grazie "agli sforzi della parte russa", lasciando intendere che c'è stata una qualche forma di trattativa; mentre fonti della società hanno escluso il pagamento di qualsiasi riscatto ed hanno detto che probabilmente gli otto "sono stati rapiti per errore".

Gli otto, tre cittadini russi e cinque ucraini, erano stati presi in ostaggio ieri sera da un gruppo di uomini armati mentre riposavano nella loro residenza nella capitale irachena, suscitando subito una ferma reazione da parte del ministero degli Esteri che ne aveva chiesto "l'immediata liberazione". All'inizio si pensava che tutti e otto fossero russi, poi era stato confermato che cinque erano cittadini ucraini. Un nono ostaggio era stato subito liberato.

Secondo una fonte della impresa russa che sta costruendo una centrale termoelettrica in Iraq, gli otto "sono stati liberati non appena i sequestratori hanno saputo che si trattava di cittadini russi". Il direttore generale dell'impresa, Aleksandr Abramov, ha detto che secondo uno degli otto liberati essi sarebbero stati rapiti "per errore".

Secondo la Interenergoservices, gli otto sono stati messi su un taxi questa mattina dai loro rapitori e rimandati a casa, ma non sono ben chiare le circostanze della liberazione. Secondo il corrispondente da Mosca della tv araba Al Jazira, gli otto potrebbero essere stati liberati in seguito ad un trattativa che potrebbe avere coinvolto esponenti del "partito comunista iracheno".

ATS
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