Chi pensa che il porro sia un ortaggio di poco conto si sbaglia, perché in realtà ha molte virtù
...nonostante in alcuni ambiti il suo nome sia usato anche come offesa.
Sapore
Il porro ha un sapore aromatico ma al contempo delicato. Dall’appartenenza alla famiglia degli ortaggi a bulbo ha ereditato pure una nota piccante. Ma non tutti i porri sono uguali: il porro estivo è più raffinato, mentre il porro invernale ha un sapore più intenso.
Modi di dire
Da una decina d’anni a questa parte il porro si trova anche fuori dalle cucine: giovani e rapper germanofoni utilizzano volentieri il suo nome come un insulto. All’inizio lo rivolgevano a uomini esili e poco muscolosi, nel frattempo invece vi ricorrono in generale per offendere persone ritenute inferiori.
Stagione
Chi ha a cuore l’ambiente dovrebbe acquistare frutta e verdura stagionali. La relativa tabella del WWF è uno degli strumenti che indica quali frutti e ortaggi si dovrebbero comprare durante le varie stagioni. Il porro non andrebbe acquistato dalla metà di maggio fino alla fine di giugno.
Pulizia
A un porro pulito basta togliere le foglie esterne del fusto e lavarlo. Se invece si è insinuata terra tra le foglie è meglio inciderlo orizzontalmente fino a poco prima del bulbo. Così sarà possibile schiuderlo sotto l’acqua e pulirlo. In seguito si può tagliare in semi rondelle.
Se preferisci rondelle intere, puoi anche tagliare il fusto prima e poi lavare le rondelle, utilizzando per esempio uno scolapasta.
Abbinamenti
Il porro trova il suo utilizzo più classico in zuppe e stufati. È molto amato anche come contorno con un po’ di panna. Si presta altresì molto bene per i soufflè, in particolare se abbinato a formaggio, prosciutto o speck. Anche il pesce azzurro trova un complemento ideale nel porro, che ne esalta il sapore con le sue note aromatiche.
Proprietà
Il porro fornisce 30 chilocalorie per 100 grammi e contemporaneamente molte sostanze nutritive.
È infatti ricco del prezioso acido folico, spesso scarso nella dieta degli svizzeri, nonché di vitamina K. È inoltre una fonte di vitamina C e B6.
Radici
Il primo riferimento scritto al porro, rinvenuto in Egitto, risale circa al 3.200 avanti Cristo. Dai reperti archeologici si evince tuttavia che veniva consumato già molto tempo prima. La sua provenienza originaria è difficile da determinare. Verosimilmente, il bacino mediterraneo o la Gran Bretagna sono la sua patria.
PORRI STUFATI E QUINOA
Per 4 persone, ci vogliono
3 porri (ca. 250 g l’uno), con la radice dimezzata sulla lunghezza
olio d’oliva per arrostire
½ c.no sale
un po’ di pepe
1 dl vino bianco
½ dl brodo di verdura
1 c. olio d’oliva
200 g quinoa
4 dl acqua
½ c.no sale
1 pacchetto verdura a dadini (per es. brunoise, 70 g)
3 c. aceto di vino bianco
2 c. olio d’oliva
1 c. senape a grani interi
2 rametti dragoncello, le foglioline spezzettate
40 g nocciole, tritate grossolanamente
ECCO COME FARE
Rosolare i porri: dimezzare i porri sulla larghezza e legare le estremità con lo spago da cucina. Scaldare un filo d’olio in una rostiera. Rosolare i porri poco alla volta su entrambi i lati per ca. 2 min., togliere dal fuoco e condire.
Brasare: mettere di nuovo i porri nella rostiera, quindi bagnare con il vino e il brodo. Coprire e stufare il tutto per ca. 30 min. a fuoco medio.
Quinoa: scaldare l’olio in una pentola e rosolare brevemente la quinoa. Bagnare con l’acqua, salare, portare a bollore, quindi coprire e cuocere a fuoco basso per ca. 20 minuti. Unire la verdura a dadini.
Vinaigrette: impiattare i porri e la quinoa. Mescolare la senape con l’aceto, l’olio e il fondo di cottura dello stufato, quindi condire. Condire il tutto con la vinaigrette, quindi cospargere con il dragoncello e le nocciole.
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