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Il chitarrista racconta quando faceva il tappezziere: "Ma pensavo solo alla musica"
NEW YORK - Il suo ultimo album, “Lazaretto”, ha confermato, quando mai ce ne fosse bisogno, tutto il suo straordinario talento. Ma Jack White non è uno che si culla sui complimenti e così, intervistato dal magazine Mojo, ha preferito parlare di quelli che sono state le difficoltà degli esordi, più che del successo arrivato con i White Stripes e confermato poi nella sua carriera solista.
“Quando lavoravo in tappezzeria – ha raccontato – non vedevo l'ora di tornare a casa e registrare tutto quello che mi passava per la testa durante la giornata. Ora, invece, sono impegnato tutta la giornata in tante cose e sono tutte creative, quindi ho dovuto imparare nel corso degli anni anche nuovi modi per scrivere canzoni”.
Il chitarrista è naturalmente felice del successo ottenuto, anche se c’è un aspetto al quale non si è ancora abituato. “La gente non riesce a lasciarmi in pace. Non riesco a sentire una canzone senza che qualcuno si avvicini per una foto o qualcosa del genere. Ed è un peccato perché la mia ispirazione nello scrivere musica è sempre derivata anche dall'ascoltare altri artisti dal vivo”.
