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Secondo disco per "la più grande cantautrice dopo Patti Smith"
LONDRA - A quasi tre anni dal suo album di esordio, omonimo (Domino Records, 17 gennaio 2011), il 7 ottobre scorso Anna Calvi ha dato alle stampe il suo secondo disco, One Breath (Domino Records). Munita di undici composizioni e una vocalità modulabile a seconda della necessità, colei che sul finire del 2009 impressionò Billy Ryder-Jones (ex Coral) e Brian Eno – il quale, in un’intervista rilasciata alla Bbc, la definì “la più grande cantautrice dopo Patti Smith” – nel corso del 2013 si è rinchiusa per la seconda volta in studio di registrazione a sperimentare, riplasmando, in territori electro/chamber pop, le musiche di cui da sempre si nutre, schivando limiti e confini di genere.
Tra i suoi maggiori punti di riferimento cita Captain Beefheart, gli Stones, Maria Callas, Django Reinhardt, Ravel, Debussy, Hendrix… Nel mezzo dell’amalgama sonoro a cui ha dato vita in One Breath, in qualche modo, risuonano tutti nell’attimo di un respiro, chi più chi meno, senza alcuna presunzione, però… L’opera prima passa ora in secondo piano…
