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STATI UNITIIggy & The Stooges, alienazione e follia…

28.05.13 - 14:14
James Williamson (chitarra) narra la genesi di Ready To Die
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Iggy & The Stooges, alienazione e follia…
James Williamson (chitarra) narra la genesi di Ready To Die

DETROIT - James Williamson (chitarra) narra la genesi di Ready To Die, dato alle stampe il 26 aprile tramite Fat Possum Records/Musikvertrieb.

 

“Tra il 1979 e il 2009 io e Iggy (voce) non ci incontrammo spesso… Capitò, ma molto raramente…”, mi spiega Williamson all’inizio della nostra interurbana. “L’ultima volta che lavorammo insieme fu nel corso delle registrazioni di Soldier (Iggy Pop, Arista, 1980), anche se sulle note di copertina non venni mai accreditato… Come accadde per il suo album precedente, New Values (Arista, 1979), mi affidò l’intera produzione, ma subito dopo le prime session il nostro rapporto si disintegrò in pochi istanti... Così, mi allontanai definitivamente dall’industria musicale e per trent’anni lavorai per Sony, in California, come ingegnere elettronico…”. “Iggy mi telefonò il 1. gennaio 2009, il giorno in cui morì Ronny (Ron Asheton, ndr)... In pochi mesi ricostituimmo la band, recuperando Scotty (Scott Asheton, batteria), Mike Watt (basso) e Steve Mackay (sassofono) dall’ultima line-up degli Stooges, quella di The Weirdness (Emi/Virgin, 2007)…”. Dopo quattro anni, generano dieci tracce ammalianti, determinate a raccogliere le ceneri di quell’unica opera, Raw Power (Columbia Records), che nel 1973 delineò l’ascesa e la caduta di una formazione cardine, la mutazione degli Stooges in Iggy and The Stooges, gli iniziatori di una trasgressione, proto-punk oriented, scagliata oltre i confini della decadenza, dell’alienazione e della follia…

 

James, raccontami il concepimento di Ready To Die, di cui, tra l’altro, sei anche produttore

"Il processo compositivo ha iniziato a prendere forma all’inizio del 2012, analizzando l’attualità su scala internazionale".

 

Dai tuoi archivi non è emerso nulla su cui avreste potuto lavorare?

"No, il materiale che non fu pubblicato all’epoca venne alla luce nel corso dei due decenni successivi, prima attraverso il mercato illegale e, in seconda battuta, tramite edizioni semiufficiali".

 

Mi racconti le registrazioni?

"Iggy ha inciso le tracce vocali ai South Beach Studios di Miami – con l’eccezione di Job allo Studio 606 di Northridge, California - al di sopra delle strutture strumentali impresse su nastro qualche tempo prima all’interno dei Fantasy Studios di Berkeley".

 

Nel momento del tuo ingresso tra le fila del combo, allo scoccare del 1971, gli Stooges avevano già due dischi all’attivo, l’omonimo (Elektra, 1969) e Fun House (Elektra, 1970)… Cosa accadde esattamente?

"Entrai nella band come seconda chitarra, ma l’eroina, purtroppo, giocò un ruolo fondamentale, fino al punto in cui l’Elektra Records sciolse il contratto discografico… Io e Iggy cambiammo aria… Soggiornammo a Londra per qualche tempo con l’obiettivo di dare vita a una nuova formazione, tentando di reclutare una base ritmica a quelle latitudini… Ma le cose non andarono esattamente secondo i piani, così rientrammo in contatto con Ron, che dalla chitarra passò al basso, e Scott Asheton… Ci raggiunsero negli studi londinesi della Cbs e gli Stooges cambiarono pelle, mutandosi in Iggy and The Stooges…".

 

Poco prima della pubblicazione, la Columbia Records affidò la messa a punto dei suoni di Raw Power a David Bowie, smuovendo vari malumori però…

"Bowie non partecipò alle recording session e questo fattore penalizzò il processo di lavorazione in sede di missaggio, smorzando parte dell’essenza dispotica di ogni composizione che trasudava dalle mura nel corso delle registrazioni... Per questo motivo Iggy riprese in mano quei nastri nel 1996…"

 

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