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LUGANOSansonetti attacca: «La mia immagine distrutta senza uno straccio di prova»

11.01.18 - 06:31
Dopo la denuncia a Falò, l’ex responsabile dell’agenzia Argo 1 crea un profilo social dedicato alle notizie ufficiali sul suo conto: «Ora voglio e devo ricostruire il rapporto con mia figlia»
tipress
Sansonetti (di spalle) in una foto del 2014 nel centro asilanti.
Sansonetti (di spalle) in una foto del 2014 nel centro asilanti.
Sansonetti attacca: «La mia immagine distrutta senza uno straccio di prova»
Dopo la denuncia a Falò, l’ex responsabile dell’agenzia Argo 1 crea un profilo social dedicato alle notizie ufficiali sul suo conto: «Ora voglio e devo ricostruire il rapporto con mia figlia»

LUGANO – «È ora di recuperare la mia dignità». A sostenerlo è Marco Sansonetti, ormai ex responsabile della società di sicurezza Argo 1, finito nella bufera per l'omonima vicenda. Dopo la querela al programma della RSI Falò, su Facebook annuncia la creazione di un profilo apposito destinato alla pubblicazione di notizie ufficiali sugli sviluppi del caso giudiziario che lo coinvolge. «Per fare in modo che chi mi vuole bene non sia più costretto a leggere certe falsità, riportate da alcuni media». Oggi il 37enne ripercorre i suoi ultimi 11 mesi lontano dai centri per asilanti. Tanto è passato da quel 22 febbraio. Il giorno del suo fermo. E precisa subito: «Al momento non posso rispondere ad alcuna domanda specifica in merito all’inchiesta in corso. Vi chiedo di non farmene».

Sansonetti, come si sente ripensando a quel momento?
Sono molto deluso. Sono stato trattenuto in carcere per 24 lunghi giorni, isolato da tutti. Senza diritto di replica e senza poter dare la mia versione dei fatti. Una volta tornato libero ho potuto prendere visione su quante false notizie sono stare pubblicate dai media. Tante informazioni che hanno mandato in confusione la gente.

L'inchiesta è ancora in corso. Su di lei oggi pendono 11 capi d'accusa. Si passa dal sequestro di persona all'usura, dalla violenza all'omissione di soccorso. Qualcosa avrà pur sbagliato, o no?
La Argo 1 è stata gestita in modo familiare, i collaboratori non sono mai stati considerati dei codici a barre come accade in alcune aziende. Forse il mio errore è stato quello di essermi affidato a un paio di collaboratori sbagliati. Il nostro è un lavoro difficile, pieno di imprevisti, basato sulle emergenze e vari pericoli inaspettati. E per questo avevo cercato di creare una squadra compatta, affiatata e familiare. Io ora la mia versione l'ho messa agli atti. Il problema è che nel frattempo sono stato già “processato” mediaticamente dal servizio di Falò dello scorso 28 settembre.

Un delinquente, un truffatore, una persona professionalmente incapace. Questa è l’immagine emersa di lei a quel servizio…
Mi hanno dipinto come una persona violenta, poco equilibrata e dedita alla corruzione. Questo è l'aspetto più grave. 

Davvero ritiene che i media in generale siano stati scorretti con lei?
Subito dopo il mio fermo, i media hanno pubblicato la mia identità. Di solito una persona nella mia situazione, con una indagine in corso e in assenza di prove, viene tutelata maggiormente.

Lei, però, è l'ex marito di un personaggio del mondo dello spettacolo (Anna Oxa, ndr). Questo non ha fatto che accrescere il polverone mediatico attorno al suo fermo. 

I giornali ci hanno ricamato sopra. Non solo in Svizzera. Ma soprattutto in tutta Italia, in Albania, in Kosovo e nelle nazioni confinanti, dove la mia ex moglie è maggiormente conosciuta. Si è parlato subito di arresto per sequestro di persona, violenza ed usura. Senza uno straccio di prova.

Un profilo Facebook per le notizie ufficiali sul suo conto. A quale scopo? 
Devo voltare pagina. Tutto questo mi ha provocato un enorme danno di immagine. Non solo in Ticino dove vivo e dove passo le mie giornate, dove ho costruito e mantenuto per ben 15 anni la mia immagine professionale nel campo della sicurezza. Quindici anni oggi distrutti dalle false informazioni divulgate, senza rispetto e senza considerare le conseguenze che potevano provocare. Senza pensare alla fragilità di mia figlia 12enne, già vittima dei media per diversi anni e già distante 1000 chilometri dal mio affetto. E non è tutto.

A cosa si riferisce?
Oltre a questa violenza gratuita, sono costretto anche a ricevere molti insulti sui blog da alcuni hater problematici che, senza conoscere nulla di me, esternano odio soltanto perché continuano a credere alle false informazioni. C'è stata tanta cattiveria nei miei confronti. Una vera gogna mediatica.

Lei oggi è indagato a piede libero e fino almeno al termine dell'inchiesta ha il divieto di lavorare nel ramo della sicurezza. Cosa pensa di fare?

Al momento non posso operare sul campo. Per pensare al futuro devo prima ripulire la mia immagine personale e professionale da tutto questo schifo. E voglio recuperare un rapporto di fiducia con la mia bambina, che ne ha già risentito abbastanza.

 

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