Cerca e trova immobili

CANTONEDal siluro del Ceresio agli altri "mostri"

14.10.16 - 08:03
Stefano Coratelli, autore del video sul grosso siluro ci racconta la sua passione: la fotografia. E sul grosso pesce avvistato: «Spero lo prendano. Si sta mangiando tutto»
Stefano Coratelli
Dal siluro del Ceresio agli altri "mostri"
Stefano Coratelli, autore del video sul grosso siluro ci racconta la sua passione: la fotografia. E sul grosso pesce avvistato: «Spero lo prendano. Si sta mangiando tutto»

LUGANO - Che non si tratta di un semplice amatore lo si capisce subito. La vetrina zeppa di macchine fotografiche dagli anni 50 in poi (una delle quali «all'epoca costavano come una Porsche d'occasione»), gli scatti appesi alle pareti dell'ufficio, ma soprattutto un archivio di immagini enorme custodito un po' ovunque, sono solo la punta dell'iceberg della passione di Stefano Coratelli. Il 53enne titolare dell'omonimo garage a Grancia, e avvistatore del "mostro" nel Ceresio, di cose spaventose ne ha viste tante nella vita. E spesso le ha fotografate. «Ho foto di ragni grandi come la testa di un uomo e più volte mi sono trovato faccia a faccia con gli squali».

La macchina fotografica, lo accompagna da quando ha memoria. «Nonostante l'impegno dei figli e il lavoro la porto quasi sempre con me», racconta. Ed è vero. La imbraccia anche in quel momento, mentre parla con uno dei suoi meccanici di una riparazione da effettuare su una bellissima Alfa Romeo d'epoca appena entrata nel suo garage. Una passione per la bellezza, si potrebbe dire, quella di Coratelli. Belle auto e la natura.

«Fotografo tutto. Basta saper guardare», spiega mentre sul suo computer scorre tra migliaia di immagini incredibili scattate in mari tropicali o tra i gelidi ghiacciai dell'Islanda. Accanto a lui compaiono amici e "maestri": «Ho fatto immersioni con Umberto Pelizzari, viaggi con fotografi del calibro di Franco Banfi, Pierfranco Dilenge e David Salvatori. Mi hanno insegnato molto».

Con loro ha vissuto avventure a dir poco adrenaliniche. Dietro alla foto di un blocco di ghiaccio al tramonto, ad esempio, c'è una storia tutt'altro che romantica: «Eravamo in Islanda - spiega -. Ci sorprese una specie di piccolo tsunami. Probabilmente provocato da un blocco di ghiaccio che, staccatosi, era finito in mare. In quei casi si formano onde che ti raggiungono senza che te ne accorgi. Persi parte dell'attrezzatura tranne una macchina fotografica. Completamente zuppo dovetti richiudermi in auto con i riscaldamenti accesi o a quelle temperature l'avrei vista brutta». Proprio tra quei ghiacci, non a caso, sorge una targa commemorativa: «Due tedeschi che non sono stati altrettanto fortunati».

Persino dietro allo scatto di un'aurora boreale c'è del pericolo e della fatica: «Con venti a 100 chilometri orari e temperature fino a 20 gradi sotto lo zero non è semplice mantenere la concentrazione. E non far volare via macchina fotografica e cavalletto».

Le foto di Coratelli sono talmente dettagliate e vivide da sembrare finte, o ritoccate. Ma così non è: «Tutti scatti originali - assicura -. Nemmeno tagliati. D'altra parte noi della vecchia scuola scendevamo sott'acqua con una pellicola caricata bene, facevamo fino a 39 scatti. E quelli erano. Oggi col digitale puoi scattare migliaia di volte. E una certa sensibilità si è persa con essa».

Il fotografo-garagista, che non ama i riflettori, si dice sorpreso per l'eco del suo avvistamento nel Ceresio: «Ho visto pesci più grossi. E più pericolosi. Uno squalo di notte viaggia raggiungendo anche 20 chilometri all'ora. Se ti viene addosso, a 30 metri sott'acqua, per te non c'è scampo». Sul siluro da quasi due metri spende poche parole: «Spero lo prendano. Anche perché ha gusti sopraffini. Da quattro o cinque mesi in zona non si vede più nemmeno un luccio perca o un persico reale».

Anche tu hai la passione per la fotografia e ti piace immortalare gli animali? Anche i più strani? Manda le tue foto al numero whatsapp della redazione: 0763373500

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE