Marco Baron – compagno di squadra nel 1985-86 ad Ambrì – ha ricordato con piacere il campione Köbi Kölliker
AMBRÌ - «Un giocatore estremamente furbo», così Marco Baron ha descritto il leggendario Köbi Kolliker. I due furono compagni di squadra nell'Ambrì targato 1985-86. Sì perché quella leventinese fu una delle due maglie con cui l'oggi 66enne “insegnava” hockey a compagni e avversari. L'altra fu quella della sua città: Bienne. La sua grande personalità, oltre alle sue enormi doti tecniche, lo portarono ad essere il capitano della nazionale per diversi anni, il perno e il punto di riferimento dei rossocrociati. Insomma una carriera di cui andare fieri...
«Era una persona molto positiva – le parole di Baron – In pista giocava per la squadra e osava tanto. Nel suo gioco metteva molta tranquillità e furbizia. Era un giocatore estremamente intelligente e, non per questo, era diventato un leader anche della nazionale. Il pattinaggio era forse l'unico punto debole che aveva».
Un giocatore con una tecnica di bastone sopraffina... «Esattamente. Non usava il fisico, ma torno a ripetere che era estremamente furbo. Quando un giocatore avversario gli dava un colpo che Köbi non gradiva, prima o poi in un modo o nell'altro doveva aspettarsi la vendetta. E questa arrivava sempre senza farsi notare dall'arbitro...».
Poi un aneddoto... «Mi ricordo che nel primo gol che avevo subito nel primo derby contro il Lugano c'era lui sul ghiaccio. Johansson ed Eberle erano riusciti a segnare, superando dapprima Köbi in 2c1 e poi il sottoscritto tra i pali».
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